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Ecco come Stefano Parisi vuole dare poca energia leghista al centrodestra

Stefano Parisi

“Serve discontinuità sia dal centrosinistra che dal centrodestra degli ultimi 25 anni, quello che ha tradito le promesse del 1994”. Sicuramente non con Renzi, ma (forse) neanche alla corte di Berlusconi: così si colloca Stefano Parisi con il suo nuovo partito, Energie per l’Italia.

Giovedì mattina l’ex fondatore di Fastweb ha presentato il suo progetto politico a Torino. Assieme a lui, alcuni volti noti del mondo imprenditoriale piemontese, da Marco Francia, ex manager di Publitalia ’80 (nella foto con Parisi), ad Alessandro Cherio, presidente del Collegio dei Costruttori edili di Torino, passando per il consigliere comunale novarese Daniele Andretta e per l’assessore all’industria della Provincia di Cuneo Roberto Russo.

“SERVE DISCONTINUITÀ”

“Dopo l’ottima esperienza in Sicilia a sostegno di Nello Musumeci, saremo presenti alle politiche con il simbolo di Energie per l’Italia, anche se siamo l’unico partito a cui non è stata derogato l’obbligo di raccogliere firme – ha detto Parisi – Anche questo dà il segno che l’unica novità siamo noi”.

Il partito di Parisi si colloca nel centrodestra, ma non senza atteggiamento critico. La parola chiave è “discontinuità”. “Ora è presto per parlare di alleanze. Per prima cosa il centrodestra deve dire se è ancora quello nato del progetto liberale del ’94, quello dei Pera, dei Martino, degli Urbani, quello che voleva davvero cambiare l’Italia. È il momento di rispettare quelle promesse, sin qui disattese”. Parisi non cita Silvio Berlusconi e dribbla le domande di chi gli chiede se serva discontinuità anche nella leadership. “Prima di discutere della leadership bisogna occuparsi del vincolo di mandato e del programma. Per 5 anni abbiamo sentito i leader del centrodestra dare dei traditori ad ex compagni di partito. Ho paura che la coalizione che si sta generando attorno ai tre partiti (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) possa tradire il mandato degli elettori. Salvini dice che gli piacerebbe fare un governo coi 5 Stelle, Forza Italia valuta di farlo col Pd. Ecco: noi chiederemo che il centrodestra affermi un vincolo di mandato, anche se sono contrario al suo inserimento in Costituzione. Il leader? Sarà chi prenderà più voti, quello capace di tenere insieme la coalizione dopo le elezioni”.

LE IDEE PROGRAMMATICHE

Il partito di Parisi, si regge “sui valori della famiglia, dell’identità, sulle radici giudaico cristiane”. Punta sull’Europa, sulla riduzione della spesa pubblica e della pressione fiscale (“bene la flat tax, ma dobbiamo farla”). Il programma di Energie per l’Italia verrà presentato il 3 dicembre a Milano e, anticipa il leader, avrà “dai contenuti drastici” perché “il paese versa in condizioni drammatiche”.

Le proposte elettorali guardano al mondo delle imprese. “Meno tasse, meno burocrazia, una politica in grado di gestire la cosa pubblica in modo sobrio ed equilibrato. Serve meno spesa pubblica e ponti d’oro a chi fa investimenti, perché lo sviluppo lo fanno i privati. La presunta crescita economica non ci accontenta, siamo gli ultimi in Europa e veniamo trainati soltanto dalla domanda dall’estero, siamo lontani anni luce dai nostri competitor. Le cose devono cambiare:”.

LA CONVIVENZA CON SALVINI

Sul fronte politico, un nodo da sciogliere sarà la coesistenza fra Parisi e Salvini, due che in passato non se le sono mandate a dire, nella probabile coalizione di centrodestra. L’ex candidato a sindaco di Milano non ha rinunciato a una stoccata indiretta al segretario della Lega. “Serve una visione del paese, non politica fatta su Twitter a colpi di slogan” ha detto, sottolineando la propria visione europeista sull’immigrazione, molto distante da quella di Salvini. “La soluzione è stringere le maglie e velocizzare i rimpatri di chi non ha diritto all’asilo ha detto – Ma soprattutto imbastire politiche comuni con l’Europa per creare opportunità di sviluppo nei paesi africani”. A proposito di immigrazione, critiche anche il ministro dell’interno (“quello che Salvini dice, Minniti fa”).

“ALFANO HA UNA BRUTTA REPUTAZIONE”

Parisi, insomma, stuzzica Salvini, ma non gli sbarra la porta. A differenza di quanto fa con Angelino Alfano, con cui è esclusa ogni possibile confronto. “Colloqui con Alfano sono impossibili. E sia chiaro, noi non siamo né il centro né i moderati: il centro ha una brutta reputazione per persone come Alfano, che sono pronte a stare di qua o di là a seconda della poltrona”.

Secondo Parisi, invece la politica dovrebbe “rendicontare ai cittadini i risultati delle proprie azioni, perché è impossibile che in Italia nessuno si assuma le sue responsabilità: basta vedere l’esempio del ct della Nazionale (Giampiero Ventura, licenziato ieri dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, ndr)”.

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