La qualità del credito di Veneto Banca e di Popolare di Vicenza versava in brutte acque da tempo e Banca d’Italia lo ha voluto mettere nero su bianco. Quando si è presentato davanti alla commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, giovedì scorso, il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo ha portato con sé il frutto delle segnalazioni di Via Nazionale sui due istituti finiti in liquidazione e ora in corso di acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo. A minare il patrimonio dei due istituti, ha chiarito il funzionario, sono stati sicuramente “i gravi comportamenti tenuti dalle due anche nella determinazione del prezzo e nella mancata deduzione dei finanziamenti di azioni (le cosiddette operazioni “baciate”, ndr)” ma in termini quantitativi il fattore che più di ogni altro ne ha determinato l’abbattimento “è stato il deterioramento della qualità del credito”. Per questo Palazzo Koch ha deciso di fornire “alcuni dati sul fenomeno” che dimostrano come “i crediti deteriorati sono derivati in gran parte dagli effetti della crisi economica sulle imprese affidate e dalla volontà della banca di sostenere il territorio. Il credito esplicitamente in conflitto d’interessi – ha sottolineato Barbagallo – rappresenta una quota non elevata del totale ma è nondimeno un fenomeno grave e preoccupante”.
QUALITA’ DEL CREDITO: BANCHE ITALIANE
A dicembre 2016 i prestiti erogati dall’intero sistema bancario nazionale ammontavano a oltre 1.616 miliardi, di cui circa la metà (804 miliardi) dati alle imprese, quasi 494 miliardi alle famiglie, oltre 190 miliardi alle società finanziarie e 127 miliardi ad altri soggetti. Dei 1.616 miliardi 311,5 erano deteriorati ovvero il 19%, percentuale che saliva al 30 per le aziende e all’11 per le famiglie. Nello specifico, i crediti deteriorati delle imprese superavano i 243 miliardi e quelli delle famiglie i 53 miliardi. Ben lontane le cifre per le società finanziarie (8,4 miliardi) e per gli altri soggetti (6,5 miliardi).
Da notare, e non stupisce visto il forte calo delle compravendite di abitazioni causato dalla crisi economica, che il settore aziendale più in sofferenza era l’immobiliare con 109,4 miliardi di Npl a fronte dei quasi 231 miliardi di prestiti, ovvero il 47%. “Solo” 46,6 miliardi di crediti deteriorati per il manifatturiero rispetto ai quasi 195 miliardi di prestiti (24%) e 73 miliardi su oltre 303 miliardi prestati per i servizi (24%).
Per quanto riguarda la localizzazione geografica, al Nord ovest spettava il maggior numero di prestiti (quasi 532 miliardi) e di Npl (oltre 95 miliardi), seguito dal Centro (quasi 405 miliardi e 74,3 miliardi), dal Nord est (355 miliardi e 72,4 miliardi), dal Sud (169,3 miliardi e 43,5 miliardi) e dalle Isole (82,3 miliardi e 21,4 miliardi). All’ultimo posto l’Estero con poco più di 4 miliardi di Npl su un totale di 72,6 miliardi finanziati.
QUALITA’ DEL CREDITO: VENETO BANCA
Diverso il rapporto in Veneto Banca dove, a dicembre 2016, gli Npl rappresentavano il 39% dei prestiti ed erano 8,75 miliardi su 22,4 forniti alla clientela, perlopiù imprese (12 miliardi di cui la metà erano crediti deteriorati) e famiglie (7,43 miliardi di cui solo 1,5 miliardi erano Npl, 20%). Cifre considerevolmente più basse per le società finanziarie (544,7 milioni su 1,69 miliardi di prestiti, 32%) e per altri soggetti (670,9 milioni su 1,22 miliardi, con un rapporto del 55%).
Anche qui era l’immobiliare il settore a ottenere più prestiti (4,7 miliardi) e a registrare le sofferenze maggiori (3 miliardi) ovvero il 65% del totale. Seguivano i servizi, che con 3,79 miliardi di prestiti e 1,55 miliardi di Npl presentavano un rapporto del 41%, così come il manifatturiero (2,7 miliardi di prestiti e 1,2 miliardi di crediti deteriorati).
Al Nord est spettava il posto più alto in classifica per i prestiti (quasi 8,9 miliardi) ma quello più basso per il rapporto deteriorati/prestiti, al 35%, che saliva al 43% al Nord ovest (2,6 miliardi di Npl su 6,2 di prestiti) e al 41% al Centro (1,1 miliardi su 2,7). Il rapporto scendeva al 39% nelle Isole (55 milioni di Npl su oltre 142 di prestiti) e al 35% al Sud (1,1 miliardi di Npl su 3,2 di prestiti). La sezione Estero nel caso di Veneto Banca vantava un record ben poco invidiabile: il 58% dei prestiti elargiti erano divenuti crediti deteriorati: 667,4 milioni su un totale di 1,15 miliardi di finanziamenti.
QUALITA’ DEL CREDITO: POPOLARE DI VICENZA
Non molto diversa la situazione in BpVi dove i prestiti ammontavano a poco più di 27 miliardi di cui 15,1 miliardi ad aziende, 9,9 miliardi a famiglie, 1,3 miliardi a società finanziarie e 738 milioni ad altri soggetti. Anche in questo caso l’incidenza degli Npl sul totale dei prestiti era ben oltre la media nazionale, al 36%, con punte del 45% per le imprese. Rapporto al 34% per le società finanziarie e al 23% per le famiglie.
Analoga la differenziazione settoriale, con l’immobiliare che su 5,3 miliardi di prestiti registrava 3,2 miliardi di Npl (61%) e il manifatturiero che faceva segnare rispettivamente 3,6 miliardi e 1,4 miliardi (39%). Il rapporto deteriorati/prestiti scendeva invece al 35% nei servizi (5,2 miliardi di prestiti e 1,8 miliardi di Npl) e negli altri settori (936 milioni di prestiti e quasi 324 milioni di Npl).
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Nel caso di Popolare di Vicenza era però il Centro ad aver accumulato il più alto tasso di crediti deteriorati, 2,2 miliardi su 5,3 miliardi di prestiti ovvero il 41%. A seguire il Nord ovest e il Nord est, al 36% con quasi 6,5 miliardi totali di Npl e quasi 18 miliardi di finanziamenti, e il Sud al 33% con oltre 311 milioni di Npl su 955 milioni di prestiti. In coda le Isole (29% con 2,4 miliardi di prestiti e 712 milioni di Npl) e l’Estero (17% con più di 575 milioni di prestiti e quasi 96 milioni di Npl).