Donald Trump Jr utilizza Twitter per diffondere gli screenshot relativi ad una sua conversazione con Wikileaks che risale alle presidenziali del 2016.
Trump Jr ha reso pubblici i messaggi con l’intento di dimostrare la sua estraneità alle accuse di coinvolgimento nel Russiagate e per criticare l’House Intelligence Committee (una delle commissioni che al Congresso stanno indagando sulle possibili interferenze russe in campagna elettorale), che non avrebbe inserito tra la documentazione acquisita la conversazione in questione, ritenendola non interessante per l’indagine.
Si tratta di dieci schermate che propongono il dettaglio dei messaggi scambiati tra il figlio del presidente e l’organizzazione più famosa al mondo per la pubblicazione di informazioni riservate. La chat sarebbe avvenuta il settembre del 2016 e proseguita fino al luglio del 2017.
E’ Wikileaks che contatta il figlio del candidato presidente con il pretesto di chiedere informazioni su un sito anti Trump. E’ quasi mezzanotte del 20 settembre 2016. Il mattino successivo Trump Jr risponde “off the record” dicendo di non sapere nulla del sito e che avrebbe chiesto in giro, ringraziando Wikileaks per il messaggio.
La conversazione riprende il 3 Ottobre, a distanza di qualche giorno, e questa volta l’oggetto dello scambio di messaggi è Hillary Clinton. Wikileaks cerca di far scoprire Trump Jr sulla nota vicenda “the Podesta emails”, la pubblicazione di un gran numero di mail illegalmente sottratte al capo della campagna elettorale dei democratici. Il figlio del presidente non abbocca e risponde, a sua volta, con una domanda. Vuole sapere cosa ci sia dietro al rilascio delle centinaia di mail relative alla Clinton.
In seguito a questo scambio, inizia il corteggiamento da parte di Wikileaks, che prima chiede a Trump Jr di spingere sui media i leak relativi a John Podesta e poi propone di scambiare materiale di interesse per la campagna elettorale. Wikileaks suggerisce anche indirizzi mail e modalità di contatto.
Dopo aver ricevuto la proposta di “collaborazione” da parte dell’organizzazione di Julian Assange, Trump Jr si silenzia. Nessuna risposta, nessun messaggio. Seguono ulteriori tentativi di contatto da parte dell’organizzazione ma niente da fare. Dagli screenshot appare la notifica di lettura ma non la risposta da parte del figlio del presidente. La storia va avanti per quasi nove mesi. Wikileaks suggerisce temi su cui interagire, Trump Jr non risponde.
Il figlio del presidente ha postato la chat poche ore fa. I tweet sono stati ripresi da testate e notiziari. L’impatto mediatico però non garantisce effetti sulle investigazioni in corso. Tra gli accusatori del Russiagate c’è chi suggerisce che i contatti (con Wikileaks o con altre organizzazioni) sarebbero potuti avvenire attraverso altre piattaforme e con differenti modalità. C’è chi pensa all’utilizzo di sistemi di cifratura, ritenendo troppo semplice e banale una chat di messaggistica per scambiare informazioni così delicate.
Al momento non è dato sapere se le rivelazioni di queste ore sortiranno effetti positivi per la posizione di Trump Jr. Le commissioni di indagine e gli sforzi giudiziari sul Russiagate non si fermano. I legali del figlio del presidente continueranno a chiedere con insistenza il perché dell’esclusione delle chat dagli elementi di prova.