Ospite alla convention di Campo Progressista tenutasi ieri a Roma il presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, è intervenuta esponendo la sua proposta fiscale per “attuare il programma progressista per il paese”.
Le linee guida del progetto della Boldrini, riassunte anche in due tweet, non sono di certo una novità essendo il mantra di parte della sinistra ovvero: “Ripristino, per chi ha grandi patrimoni, della tassa sua prima casa. Come prevede la costituzione, chi ha di più deve contribuire di più” e “Tassare i giganti del Web”.
La Boldrini forse non ha fatto beni i conti, infatti l’IMU (o Tasi) sulla prima casa infatti portava nelle casse dello Stato una cifra che si aggirava intorno ai 4 miliardi tassando in maniera indiscriminata tutti i possessori di abitazioni principale, quindi colpire solo i possessori di “grandi patrimoni” porterebbe di certo introiti inferiori.
Se bastassero solo 4 miliardi per risolvere i problemi nel nostro Paese viene da chiedersi cosa si potrebbe fare intervenendo sulla vera piaga della nostra economia ovvero i 29 miliardi di spechi nella Pubblica Amministrazione quantificati dalla CGIA di Mestre solo poche settimane fa.
Alla luce dei dati, quindi, tassare la prima casa sembra quasi più uno slogan, una proposta elettorale, che una necessità, come uno slogan sembra anche la proposta di introdurre una WebTax all’italiana, che secondo la Boldrini finanzierebbe il progetto progressista per 5-6 miliardi l’anno.
Tassare i giganti del web, utilizzando anche l’abominio di una imposizione sulle transazioni con il rischio di vederla ribaltata sui consumatori, è infatti una proposta paradossale considerando che violerebbe gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia e la volontà esposta anche dalla commissione UE di intervenire in maniera coordinata senza azioni dei singoli Stati.
Viene dunque da chiedersi come sia possibile perpetrare in idee e proposte così poco profittevoli o lontane dall’essere applicate ma ormai in campagna elettorale e per la caccia al voto tutto sembra essere buono.