“Erano 20 anni che aspettavamo, il cammino è sempre lungo ma certo oggi è una giornata in cui tutti noi abbiamo avuto il cuore in gola”. Con queste parole Emma Bonino ha commentato l’approvazione della legge sul fine vita votata oggi al Senato con 180 sì, 71 no e 6 astenuti. Assieme a Bonino, in Aula erano presenti Mina Welby, la sorella e la madre di Luca Coscioni, mentre in piazza Montecitorio Marco Cappato (tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni) ha festeggiato assieme agli attivisti dell’associazione che da anni si mobilita per la regolamentazione del fine vita.
COSA DICE LA LEGGE
“Mio figlio ha cominciato la battaglia nel 1995 quando si è ammalato di sla. Oggi siamo felicissimi. E anche mio figlio lo sarebbe”, ha detto Anna Coscioni, madre di Luca, politico e attivista morto nel 2006 di Sla, che per anni ha lottato perché il parlamento italiano appprovasse una legge sul fine vita. Le misure introdotte dalla legge riguardano il consenso informato (con specifiche indicazioni sui minori), le disposizioni anticipate di trattamento (Dat), la pianificazione delle cure, la consulenza psicologica e l’obbligo per gli ospedali di garantire l’attuazione dei Dat.
LA POSIZIONE DEL GOVERNO
“Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”, ha commentato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni su Twitter. “Credo che sia una decisione del Parlamento che fa fare passi in avanti a tutti in termini di civiltà per il Paese e dignità per la persona umana”, ha poi ribadito Gentiloni da Bruxelles, rispondendo ai giornalisti che chiedevano un commento sull’approvazione della legge.
CONSENSO INFORMATO, MINORI, CURE
Il testo prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Viene “promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato” e “nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari”. Per quanto riguarda i minori “il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore”.
LE DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO
Ogni “persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’ eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso “Disposizioni anticipate di trattamento” (Dat), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”. Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico e “in conseguenza di ciò – si afferma – è esente da responsabilità civile o penale”. Devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione”. In caso di emergenza o di urgenza, precisa inoltre il ddl, “la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni”.
NUOVE TERAPIE
Malgrado il medico sia tenuto al rispetto delle Dat, nel caso in cui sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita, è possibile che vengano disattese in accordo con il fiduciario del paziente.
CRITICHE E DUBBI
“E così la sinistra si macchia di un altro crimine, l’approvazione di un’eutanasia mascherata. Il bello è che i protagonisti di questo scempio festeggiano pure rumorosamente, ignari forse del fatto che staccare una spina significa spegnere una vita. Non si capisce cosa ci sia da festeggiare”, ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale alla Camera, Fabio Rampelli, e molti dubbi sono stati sollevati anche dal senatore di Area popolare-Centristi per l’Europa-Ncd, Giuseppe Marinello. “Molte cose non mi convincono della ormai legge sul biotestamento e permangono numerosi interrogativi e dubbi. In primo luogo l’averla votata in chiusura della legislatura, impendendo così di fatto qualsiasi intervento migliorativo, rendendola di fatto invotabile. Inoltre, è senza dubbio una lacuna pesante l’aver messo in crisi il rapporto fiduciario tra il medico ed il paziente, che invece ha sempre funzionato”, ha detto Marinello.