“Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) dovrebbe convocare i vertici di Open Fiber per comprendere meglio la natura e le implicazioni della visita di ieri della delegazione della Repubblica popolare composta anche dal vicepremier cinese Ma Kai, dall’ambasciatore in Italia Li Ruiy e dal Ceo di Huawei Italia Thomas Miao“. È quanto ha detto a Cyber Affairs lo storico ed economista Giulio Sapelli.
“Premessa l’assoluta legittimità sul piano formale di una visita di questo tipo”, sottolinea Sapelli, “sarebbe importante sapere se si tratti di un’iniziativa autonoma legata unicamente al business o se possa anticipare un rapporto ancora più forte con Pechino e, dunque, come questo si incastri sul piano della cyber sicurezza. Tra le tappe della visita c’è stato infatti anche il Security Operations Center (SOC), un centro da cui vengono forniti servizi finalizzati alla Sicurezza dei Sistemi informativi. Un dettaglio non da poco, al quale si somma l’importanza crescente che le reti – e i dati che vi transitano – avranno per la stabilità politica, la proiezione militare, la difesa e la prosperità economica di un Paese”.
Per Sapelli, “va ricordato, infatti che Open Fiber è una società partecipata da due realtà strategiche come Enel e Cdp. Quest’ultima poi, non solo è il nostro vero ‘caveau’ di partecipazioni pregiate, ma ha già al suo interno – precisamente in Cdp Reti – una forte presenza cinese. Nulla di male, per carità, ma qualche approfondimento sarebbe d’obbligo, soprattutto in considerazione del fatto che su una società come Huawei si sono più volte addensati spesso sospetti dei servizi d’intelligence occidentali, che la ritengono troppo legata al governo cinese”.