“Il cosiddetto Califfato ha subìto un tracollo e non controlla più territori significativi in Iraq o Siria”. È una Theresa May dai toni forti, quasi “guerresca”, quella che tenta di riprendersi dalle polemiche in patria sullo scandalo sessuale e che ha portato alle dimissioni del suo vice Damian Green. Il primo ministro Tory parlando ai militari della Raf nella base britannica di Akrotiri a Cipro ha voluto ringraziarli per il loro contributo nella lotta all’Isis aggiungendo, “siete voi a sconfiggere i nostri nemici e ad aiutare i nostri alleati quando la situazione si fa difficile”. E ricordando il contributo del Regno Unito nella guerra allo Stato islamico con oltre 1600 raid aerei in Iraq e Siria, ha ribadito che è anche grazie agli sforzi di Londra, che l’Isis è sempre più debole.
La base di Cipro è dove i jet Typhoon e Tornado sono armati con bombe da 500 libbre e sono posizionati missili Brimstone con guida di precisione: è là che si eseguono le micidiali incursioni dei bombardamenti che spazzano via jihadisti in Iraq e in Siria. “A Cipro c’è l’epicentro di tanta parte della nostra attività militare nella regione”, ha aggiunto una May orgogliosa e intenta a ricordare che, da tre anni a questa parte, il personale della Raf ha condotto oltre 1.600 attacchi aerei contro obiettivi Isis.
La base di Cipro è sede di 2mila militari ed è stato il punto di partenza per oltre 1.300 sortite in Iraq e oltre 250 in Siria da quando è iniziata l’azione contro l’Isis: solo gli Stati Uniti hanno effettuato più raid aerei. Un modus operandi che per il governo inglese non è stato semplicemente capace di combattere il terrorismo islamico, ma ha contribuito a prevenire il suo riemergere.
Eppure la guerra non è finita e i militari devono continuare ad “affrontare direttamente la minaccia”, ma quanto ne siano consapevoli fino in fondo i leader europei è tutto da capire. “Siete voi che distruggete i nostri nemici e difendete i nostri alleati quando il gioco si fa duro”, il primo ministro ha cercato, poi, di trasmettere professionalità e coraggio. “Ognuno di voi qui oggi fa parte di una delle più grandi forze militari del mondo”.
E augurando a se stessa e alla sua gente che l’anno alle porte possa essere capace di accrescere la coscienza nazionale, ha voluto promettere ogni possibile sforzo ulteriore. È così che mentre Theresa May faceva i personali auguri di Natale ai soldati inglesi e alle loro famiglie, anche dall’Australia arrivava un annuncio importante: il ritiro del contingente aereo dalla Siria e dall’Iraq, dopo tre anni di operazioni nell’ambito della coalizione internazionale di lotta all’Isis. I sei aerei da combattimento F/A-18 Hornet, dopo aver effettuato un totale di 2.700 operazioni, ha riferito il ministro della Difesa australiano Marise Payne, torneranno, pertanto, in patria. La decisione di Canberra arriva dopo le dichiarazioni di sconfitta dell’Isis, che ha perso le sue principali roccheforti – Mosul in Iraq e Raqqa in Siria.
Il gruppo barbaro ha le ore contate?