Il cantante e attore transalpino Johnny Hallyday si è spento la notte tra il 5 e il 6 dicembre a Parigi, all’età di 74 anni, lasciando, come ha scritto il presidente della repubblica Emmanuel Macron, “fan in lacrime e un Paese in lutto”.
Soprannominato fin dagli esordi, all’inizio degli anni ’60, “l’Elvis francese”, Johnny – il cui vero nome era Jean Philippe Smet – ha rappresentato un’icona nel mondo della musica, del cinema e della cultura d’oltralpe per oltre 50 anni. Il suo successo – ha realizzato 70 dischi vendendo oltre 110 milioni di copie e ha partecipato a più di 20 film – è sempre andato di pari passo con la passione per la velocità a due e quattro ruote.
GARAGE PIENO
È quasi impossibile elencare tutte le auto che Hallyday ha posseduto nel corso della sua vita da quando, nel 1961, il manager Johnny Stark gli regalò la prima, una Triumph TR3 bianca. Da allora tra le sue mani sono passate – tra le altre – svariate Ferrari, in particolare una California 250 e una 275 Gtb, Lamborghini (tra cui una Miura), e ancora AC Cobra, una Aston Martin Db6 e una rarissima Bizzarrini 5300, supercar italiana di cui vennero prodotti soltanto 133 esemplari.
SOGNI DI CORSA
Hallyday non si accontentava di guidare auto (e moto, come vedremo) da sogno, ma aveva anche la passione per le gare. Il cantante ha sempre dichiarato che avrebbe desiderato partecipare alla 24 ore di Le Mans: non c’è riuscito, ma almeno ha avuto la soddisfazione di veder competere in gara suo figlio David. Johnny, invece ha partecipato al Rally di Montecarlo nel 1967, a fianco dell’attore e pilota automobilistico Henry Chemin, guidando una Ford Mustang di sua proprietà. Proprio all’inizio del 2017 – in occasione della gara monegasca – si è svolta una rievocazione storica di quella partecipazione.
Molto più recentemente, eravamo nel 2002, Hallyday aveva preso parte alla Parigi-Dakar, a bordo di una Nissan. In quell’occasione al suo fianco – nel ruolo di navigatore – c’era un mostro sacro del motorismo sportivo transalpino, René Metge, tre volte vincitore della gara sugli sterrati africani, nel 1981, 1984 e 1986. I due riuscirono a portare a termine la massacrante competizione, giungendo al traguardo 49esimi.
Come abbiamo accennato Hallyday affiancava alla passione per le automobili quella per le moto. Sono migliaia anche in rete gli scatti che lo ritraggono a bordo di motociclette di qualsiasi genere, in particolare da quando si era trasferito a vivere a Pacific Palisades, nella zona più “vip” Los Angeles, nella stessa strada dove abitano Tom Hanks e Ben Affleck.
GRANDE CUORE
Proprio una delle motociclette di proprietà del cantante – insieme a una quattro ruote della sua collezione – è stata protagonista di una vendita per beneficenza nella primavera di quest’anno che ha fruttato ben oltre il mezzo milione di euro, devoluto alla associazione “La Bonne Etoile” gestita da Laeticia, l’ultima moglie di Hallyday e che aiuta i bambini meno fortunati in Vietnam.
La moto era una Harley-Davidson, che Johnny aveva comprato a Parigi e che si era fatto spedire in California dopo averla fatta personalizzare – alla American Moto di Tolosa – con ruote da 16 pollici, clacson vintage, borse con borchie e cromature. L’auto che ha partecipato all’asta, invece, era una Cadillac Serie 62 Cabriolet Custom del 1953, personalizzata dal guru delle hot rod Boyd Coddington con un nuovo motore, V8 Chevrolet Corvette 502 da 8,2 litri, telaio e sospensioni rinforzate e carrozzeria dipinta di un esclusivo colore blu cobalto.
(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)