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Ecco come Politico ha lanciato l’Hezbollah-gate su Obama

Obama

Nel giorno in cui il presidente americano Donald Trump ha rivelato il nuovo piano per la Sicurezza Nazionale all’insegna dell’America First, Politico pubblica una lunga inchiesta a firma di Josh Meyer, il capo del reparto investigativo della testata, che sarà al centro delle polemiche per diverse settimane negli States. “La storia segreta di come Obama ha permesso ad Hezbollah di arrivare in cima”. Questo il titolo dello scoop, un lavoro di indagine guidato da Meyer assieme a un team di esperti attraverso interviste, documenti giudiziari e confessioni anonime.

I giornalisti di Politico svelano il retroscena di una lunga opera di ostruzione del lavoro dell’intelligence, e in particolare della DEA e dell’FBI, da parte dell’amministrazione di Barack Obama, specialmente durante il suo secondo mandato (2012-2016). Al centro dell’inchiesta c’è un’operazione della Drug Enforcement Administration (DEA) dal nome “Progetto Cassandra”, volta a smantellare i traffici internazionali di stupefacenti e armi riconducibili ad Hezbollah, l’organizzazione terroristica libanese. Secondo gli agenti della DEA, il gruppo libanese avrebbe infatti da anni ampliato il suo campo di azione, sommando alla lotta politica nel Medio Oriente e all’attività terroristica un business, quello del narcotraffico (soprattutto cocaina), che frutta agli affiliati quasi un miliardo di dollari l’anno.

Il Sud America, e in particolare la Colombia, sono la destinazione prediletta per i traffici criminali di Hezbollah. Il continente africano, spiega Meyer, funge invece da piattaforma per riciclare il denaro sporco dell’organizzazione attraverso la compravendita di auto usate fabbricate negli Stati Uniti. Il team investigativo di Politico racconta di un attrito crescente fra il Dipartimento di Giustizia e la CIA da una parte (specie sotto la direzione di John Brennan, 2013-2017) e gli investigatori del Progetto Cassandra della DEA dall’altra. Nell’ostruzione delle indagini, rivela il giornale americano, avrebbe giocato un ruolo di primo piano la volontà di Obama e del suo team di ricostruire le relazioni con l’Iran, il primo finanziatore dell’organizzazione terroristica libanese, e di concludere con il regime di Teheran l’accordo sul nucleare (JCPOA).

Così con Obama alla Casa Bianca la DEA ha faticato a portare davanti a un tribunale i leader di Hezbollah, alcuni dei quali in cima alla lista dei ricercati fin dai lontani anni ’80, quando in Libano erano stanziate migliaia di truppe statunitensi in una missione di Peace-keeping. Meyer elenca una lunga lista di terroristi che hanno scampato la prigione per la remissività del Dipartimento di Giustizia. Fra questi Ali Fayad, ritenuto dall’intelligence il tramite per eccellenza nel traffico di armi fra la Siria e l’Iraq e coinvolto in diversi complotti per assassinare ufficiali statunitensi: fu arrestato a Praga nel 2014, ma la Casa Bianca non fece alcuna pressione per ottenerne l’estradizione. Così due anni dopo il terrorista è riuscito a tornare a Beirut, impunito.

Allo stesso modo il Dipartimento di Giustizia avrebbe rigettato le richieste della DEA di perseguire Abdallah Safieddine, l’uomo di Hezbollah in Iran. A conferma della tesi sostenuta da Politico, rilevano le parole di un alto ufficiale del Tesoro nell’amministrazione Obama, Katherine Bauer, che già il 16 febbraio 2017 avrebbe ammesso davanti al Comitato per gli Affari Esteri del Congresso, riferendosi al progetto Cassandra, che “queste indagini sono state ostruite per paura di scuotere l’Iran e mettere in pericolo l’accordo sul nucleare”.

Dall’annuncio “in pompa magna” il 17 gennaio del 2016 l’accordo sul nucleare con il nuovo regime di Hassan Rohani, il team investigativo del progetto Cassandra, spiega Meyer, ha subito una lenta, inesorabile delegittimazione. John Kelly, veterano della DEA che ne era alla guida, è stato trasferito, e la stessa sorte hanno subito molti degli alti ufficiali impegnati nelle indagini, fra cui l’esperto del Pentagono David Asher, cui il Dipartimento della Difesa non ha voluto rinnovare il contratto. In questo modo, scrive il reporter di Politico, “Il governo statunitense ha perso una prospettiva non solo sul narcotraffico e altre attività criminali su scala globale, ma anche sulle cospirazioni criminali di Hezbollah con membri di spicco dei governi Iraniano, Siriano, Venezuelano e Russo”.


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