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Perché Donald Trump ha telefonato a Vladimir Putin

Telefonata a sorpresa ieri di Donald Trump a Vladimir Putin. Come si legge nel resoconto della chiamata diffuso dalla Casa Bianca, il presidente americano ha “ringraziato Putin per aver riconosciuto nella sua annuale conferenza stampa la forte performance economica dell’America”. I due inoltre si sarebbero intesi sulla necessità di “lavorare insieme per risolvere la situazione molto pericolosa in Corea del Nord”.

Antefatto della telefonata: ieri il presidente russo, durante la rituale conferenza stampa in cui ha presentato la sua candidatura alle elezioni presidenziali della prossima primavera, ha elogiato il suo collega statunitense per gli ottimi risultati ottenuti in campo economico. Lo ha fatto davanti ad una platea di 1.640 reporter che hanno sgomitato per fargli una domanda e che lo zar ha gestito con la consueta abilità, presentando i presunti successi del suo mandato al Cremlino, rispondendo in modo ammiccante alle domande dei giornalisti che hanno cercato di sfidarlo, tra cui la candidata rivale nonché anchor televisiva Ksenia A. Sobchak, e deridendo il Congresso americano, che eleva sanzioni contro Mosca mentre cerca il suo aiuto nella crisi nucleare con la Corea del Nord.

“Siete dei ragazzi interessanti”, ha detto, affettando un sorriso, riferendosi ai parlamentari Usa. “Ci mettono sullo stesso piano della Repubblica Democratica Popolare della Corea del Nord e dell’Iran mentre allo stesso tempo spingono Trump a risolvere i problemi della Corea del Nord e del nucleare dell’Iran attraverso sforzi comuni con noi. Siete normali?”

A una domanda sul Russiagate, Putin ha risposto formulando gli stessi argomenti cari a Trump: si tratta di un’invenzione dei nemici del presidente Usa che non hanno digerito la sua vittoria alle urne. Altro che “collusioni”: i contatti tra il team di Trump e diplomatici e funzionari russi al tempo della campagna elettorale erano del tutto “normali”. “Vogliono bandirli tutti?”, ha chiesto, irridendo politici e giornalisti americani colpiti secondo lui da “isteria spionistica”. Il presunto scandalo delle interferenze russe di cui tanto si parla negli Stati Uniti e nel mondo “è stato creato da persone che si oppongono a Trump e vogliono far sembrare illegittimo il suo lavoro”. E richiamando un pilastro dell’armamentario retorico del suo collega americano, Putin ha denunciato l’esistenza in America di uno “stato profondo” che alimenterebbe “l’ostilità anti-russa”.

Musica nelle orecchie del tycoon, dunque. E non è tutto. A chi gli ha chiesto una valutazione sull’operato di Trump, Putin ha risposto parlando di “risultati importanti”. “Guardate ai mercati, come sono saliti; questo la dice lunga sulla fiducia degli investitori in ciò che fa”. Ha ribadito, quindi, di sperare che il capo della Casa Bianca mantenga la promessa fatta in campagna elettorale di migliorare i rapporti con Mosca. Sono molti infatti i dossier di interesse comune: terrorismo, Afghanistan, proliferazione nucleare.

La Corea del Nord è in cima alla lista dei problemi che America e Russia sono chiamati, secondo l’auspicio reciproco, a risolvere insieme. La partita del programma nucleare e missilistico di Kim Jong-un per il momento è condotta dagli Stati Uniti, che hanno più volte chiesto alla Cina di Xi-Jinping di svolgere un ruolo costruttivo nella strategia di “massima pressione” elaborata dall’amministrazione Trump. Se anche Mosca si aggiungesse al tavolo, pensa Trump, non potrebbero che risultarne benefici in vista della risoluzione di una crisi che preoccupa l’intera comunità internazionale e che ha peraltro visto la Russia dare il suo assenso alla doppia tornata di sanzioni contro Pyongyang varate quest’anno dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Non è detto, però, che Washington e Mosca vedano allo stesso modo la minaccia dei missili di Kim. Le provocazioni di Kim possono anzi rappresentare un ottimo modo per tenere impegnati gli Stati Uniti mentre la Russia agisce indisturbata su altri fronti, Medio Oriente in primis. E se una telefonata allunga la vita, ci vorrà ben altro per convincere Putin a suonare lo spartito di Trump.

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