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Berlusconi, la 500 e l’allarme per le elezioni in Italia secondo il FT

Silvio Berlusconi è come una Fiat 500 degli anni’60, “un modello famigliare se non del tutto rassicurante”. Così il Financial Times guarda al ritorno da dominus della scena politica di Berlusconi, “in rotta per guidare il centro-destra alla vittoria nelle elezioni del 4 marzo”. In un editoriale sul prestigioso quotidiano britannico Tony Barber scorge nel ritrovato ruolo di Berlusconi di cocchiere del centro-destra “un ritorno di Lazzaro”. Sei anni fa il Cavaliere sembrava finito: abbandonato il governo nel novembre 2011 fra gli scandali sul “bunga bunga” e il dissesto finanziario in cui versava il Paese, in pochi avrebbero pensato a un suo comeback così energico sulla scena politica italiana. Tanto più che due anni dopo l’addio a Palazzo Chigi, Berlusconi aveva dovuto abbandonare le aule istituzionali per una condanna della Cassazione per frode fiscale nel processo Mediaset.

Attenzione però, avvisa Barber: “Come i suoi avversari stanno scoprendo per l’ennesima volta, è poco saggio scrivere il necrologio di Berlusconi”. Oggi, con i suoi 81 anni, “potrebbe essere il nonno di Emmanuel Macron e il padre di Theresa May“. E ciononostante si appresta a gettarsi nella sua settima campagna elettorale per le parlamentari. Delle sei precedenti ne ha vinte tre e perse altre tre: non proprio un record alla Angela Merkel o Tony Blair, ma, scrive Barber, “questa è tutto fuorché la storia definitiva”. Non sfugge infatti all’editorialista d’oltremanica che il momento politico sia particolarmente propizio per la coalizione di centro-destra, se mai coalizione saprà restare. Due i fattori che, secondo il Financial Times, potrebbero facilitare alla coalizione di Berlusconi la strada verso il 5 marzo. “Come spesso è successo durante la sua carriera, i suoi avversari di sinistra sono divisi”, scrive il chief editorialist per l’Europa, aggiungendo poi che la (ri)salita del presidente di Forza Italia ai vertici dei sondaggi deve molto anche “alla frammentazione politica italiana e alla stagnazione economica”. Certo, resta un dato di fatto: il Movimento Cinque Stelle è e sarà a marzo il primo partito del Paese. Barber però preferisce guardare l’altra metà del bicchiere: “una maggioranza di elettori, osservando la loro spettacolare incompetenza nel governare Roma, non si fida a vederli alla guida del governo”.

Dal momento che Berlusconi difficilmente riuscirà a condurre la sua coalizione tripartita “verso una chiara maggioranza legislativa”, la via più facile da percorrere sarà, scrive il FT, “una grande coalizione in stile tedesco della destra e sinistra mainstream”. Insomma, l’impressione è che l’Italia si troverà, ancora una volta, a optare per un governo di larghe intese immettendosi nella scia dei Paesi d’Oltralpe. Permangono pesanti riserve sulla campagna elettorale in corso, sintomo “di una malattia del sistema politico”. A cominciare dalle “stravaganti promesse di abbassare le tasse” passando per i salari minimi e agli investimenti (di cui non sono chiare le coperture) e via dicendo. Nulla però suona stridulo alle orecchie del quotidiano britannico come l’idea, partorita nel centro-destra, di una moneta parallela all’euro: “illegale per la legge dell’Ue e ricetta per una turbolenza economica”.

 

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