Rapporto speciale Usa-Gran Bretagna? Niente di così importante o degno di tutela per Jeremy Corbyn. Quando Donald Trump ha annullato il suo viaggio diplomatico in Inghilterra a seguito di una serie di sospetti circa l’accoglienza che gli sarebbe stata riservata, – e non solo! -, il leader dei laburisti non ha ritenuto scomporsi più di tanto. Insomma, per il capo della sinistra inglese il legame duraturo con gli Stati Uniti non è più importante di altri, anzi.
“Abbiamo relazioni commerciali importanti in tutto il mondo, con l’Ue, ovviamente ma anche con l’India e la Cina e sono molto più importanti”, ha dichiarato Corbyn che poi ha voluto in qualche modo contestualizzare il suo tentativo di snobbare l’America di Trump, aggiungendo che tra le più grandi delusioni del nuovo presidente c’è sicuramente l’avversione di quest’ultimo per le Nazioni Unite e per l’Unesco. E, ammettendo che gli Stati Uniti sono una grande potenza militare ed economica, ha inteso puntualizzare che difficilmente può, però, definire ‘speciale’ la relazione che lega il suo Paese con quello del tycoon.
Al termine dell’intervista, Corbyn, ha poi aggiunto che, “comunque, a malincuore – ad un certo punto verrà”. Ma quale strategia politica anima le dichiarazioni del leader di sinistra aspirante primo ministro?
Eppure l’astio in casa labour per Trump è cosa ormai nota. Basti pensare al commento di Emily Thornberry, che nelle stesse ore in cui il suo leader metteva in discussione l’amicizia con gli Usa, descriveva il presidente come un “razzista” la cui leadership non è altro che “un asteroide orribile caduto sulla terra”.
Non è dello stesso parere, invece, Mr Johnson. Il ministro non ha esitato e dimostrare rammarico per la mancata visita, “gli Stati Uniti sono il maggiore investitore del Regno Unito – eppure Khan e Corbyn sembrano determinati a mettere a rischio questa relazione cruciale. Ma noi non permetteremo che niente venga messo a repentaglio”.
Quasi più di Corbyn, infatti, è il primo cittadino di Londra a detestare Trump. Il sindaco islamico, in un lungo tweet, aveva garantito una brutta accoglienza dei londinesi che, “hanno valori opposti a quelli del presidente Usa – inclusione, diversità, accoglienza”.
E se per Johnson Stati Uniti e Gran Bretagna sono “partner naturali, resilienti e forti, che insieme fanno più di qualsiasi altro Paese al mondo” e che niente cambierà, la stampa inglese teme che la mancata visita minacci una nuova crisi nei rapporti dell’Inghilterra con l’amministrazione Trump. Al Daily Mail, invece, sono convinti che il tycoon desideri fortemente rimediare alla visita e che non mancherà di raggiungere il Paese della regina nei prossimi mesi.
Eppure se tira una brutta aria tra May e Trump, per il Guardian le cose non sembrano andare troppo bene neanche con la Francia. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale del Regno Unito ed ex ambasciatore in Francia è convinto che, a causa della Brexit, difesa e cooperazione per la sicurezza andranno alla deriva. E per ovviare il rischio, la May e Macron dovranno intensificare gli accordi bilaterali.
Sterili polemiche, o il primo ministro inglese è davvero in difficoltà e ha bisogno di ristabilire certi equilibri geopolitici fondamentali?