Da un grande politico, leghista ma non salviniano, Roberto Maroni (nella foto), a un ottimo gestore, Attilio Fontana. Un po’ come da un grande evento, l’Expo a una seconda vita, non meno bella della prima, come una città della Scienza da 80 mila abitanti. C’è un po’ di tutto questo nelle riflessioni di Giuseppe Bonomi, varesino, gran conoscitore della Lega Nord e dei suoi meccanismi, con un passato come deputato del Carroccio e poi in Regione Lombardia come direttore generale. È stato ora chiamato a riqualificare e cambiare pelle alle strutture dell’Expo 2015 e per questo salito al vertice di Arexpo, di cui è Ceo.
Bonomi, come va il post Expo?
Direi molto bene. Stiamo rispettando la tabella di marcia, a regime avremo una città da 80 mila persone. Una grande operazione all’altezza di una grande città. Non a caso il nostro partner industriale in questo lavoro è lo stesso che sta gestendo la riconversione degli impianti olimpici di Londra.
Immagino investimenti sostanziosi…
Certo, 1,5 miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati. Ma tutto rientra. La European House Ambrosetti ha calcolato che nei prossimi 10 anni la sola parte pubblica garantirà un impatto economico di 6,9 miliardi di euro.
E le risorse private?
300 milioni per il Galeazzi (l’ospedale, ndr). Il contratto definitivo con il Galeazzi sarà stipulato a marzo e subito dopo partiranno i cantieri. Tempo previsto: 36 mesi. E poi c’è lo Human Technopole. Fine lavori nel 2021, ma già a dicembre 2018 ci lavoreranno 400 ricercatori.
Insomma, il modello Lombardia…
Esattamente. Noi lo stiamo sperimentando positivamente sulla nostra pelle. È un lavoro di squadra, dove tutti remano dalla stessa parte e non ognuno che va dove vuole. Sarebbe bello poterlo esportare…
A Roma…?
Perché no. La Capitale ne avrebbe bisogno, vista la situazione. Ma, come ho detto, bisogna tutti remare dalla stessa parte…
Lo sa che a Taranto, sull’Ilva, c’è una regione contro il governo e una provincia contro la regione?
Sì, è incredibile. Non per vantarmi ma tra i soci di Arexpo io ho Stato, Comune… e andiamo tutti d’accordo. Capisce cosa significa fare l’interesse nazionale?
Eppure Milano e il suo modello hanno perso l’Ema…
Vero. Ma credo che gli olandesi (l’Agenzia del Farmaco è andata ad Amsterdam, ndr) siano degli straordinari commercianti. Diciamo che erano più attrezzati.
Domanda a bruciapelo. Attilio Fontana è il degno successore di Maroni.
Penso proprio di sì. Fontana è un gran lavoratore, una persona molto seria. Maroni è un gran politico, Fontana un gran gestore. Sono diversi ma entrambi abili. Il secondo è un ottimo gestore di cose, direi un amministratore.
Mi dica la sua su Maroni. Lei lo conosce bene…
Sì, sono stato un anno e passa in Regione, come direttore generale. Però non giudico mai le aziende dove non sto più. In generale non mi piace dare le pagelle.
Però da quando è governatore della Lombardia gode di molto credito. Ce lo vedrebbe premier?
Perché no? Lo stimo, è un uomo di capacità. Non so bene cosa voglia fare e di certo non entro nel merito dei motivi personali in conferenza stampa. Se vorrà andare a Roma lo vedrà lui. Ma comunque non vedo perché non dovrebbe essere premier. Why not, dicono gli inglesi. Poi deciderà lui il da farsi.
Tra meno di due mesi si vota. Mi dica un desiderio nel cassetto per il nuovo governo.
Che si facciano progetti seri, per la collettività e nell’interesse nazionale. Di fare una volta per tutti quello che si dice. Questo Paese ne ha bisogno disperato. Qualcosa di serio insomma. E perché no, riprendere il modello Lombardia.