L’Ocse ha ragione, le riforme non si toccano. Purché suggerimenti e annotazioni in vista del voto non si trasformino in autentiche ingerenze in stile Moscovici. Marcella Panucci (nella foto, qui l’intervista a Formiche.net di qualche settimana fa), direttore generale di Confindustria, non teme giudizi, moniti e pagelle da parte di chi difende a spada tratta le riforme. D’altronde “il tema delle riforme è da sempre una nostra battaglia, della Confindustria e del presidente Boccia (Vincenzo, ndr). E sarà al centro della nostra prossima assise generale a Verona (16 febbario, ndr).
Necessario dunque difendere la tabella di marcia fin qui intrapresa, dunque nessuno scandalo se l’Ocse sventola il cartellino giallo. “L’importante è ricordarsi che siamo un Paese sovrano, questo sì. E che il voto, la democrazia, sono questioni nostre. Ma francamente non ci vedo nulla di male se l’Europa dice la sua. D’altronde, in un sistema comunitario, quello che succede in un Paese non è privo di effetti sui partner”, ragiona Panucci.
Domanda velenosa, la flat tax. “La verità? Può essere qualcosa di interessante, ma bisogna ragionarci su. Entrare nel merito. Insomma, capire come viene strutturata. Noi aspettiamo che venga fatto”.