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Perché la salute è uno dei veri motori dell’economia italiana. Il rapporto di Confindustria

Vincenzo Boccia, Carlo Calenda

I più la chiamano white economy, l’economia della salute. Un pezzo importante di Pil che passa attraverso farmaceutica, innovazione, biotecnologie e cure termali, il cui peso specifico sulla ricchezza del Paese è stato puntualmente ricordato questa mattina dalle principali associazioni di settore aderenti a Confindustria: Farmindustria, Federterme e Assobiomedica tanto per dirne qualcuna. Tutti insieme al settimo piano di Viale dell’Astronomia dal presidente Vincenzo Boccia (nella foto, a sinistra) per presentare il Rapporto sulla salute e aggiornare i dati di un comparto tra i più tonici del momento.

TUTTI I NUMERI DELLA WHITE ECONOMY

Tutto parte da una percentuale. Ad oggi l’economia della salute contribuisce al Pil italiano per il 10,7%, dando lavoro ad oltre 2,4 milioni di persone, circa il 10% dell’occupazione complessiva. Il fulcro dell’economia “bianca” è costituito dall’industria privata della salute, cioè le major della farmaceutica ma non solo. Nel novero va inserita anche la manifattura, il commercio e i servizi sanitari privati. La sola salute privata rappresenta rispetto all’economia del Paese, il 4,9% del fatturato (144 miliardi di euro), il 6,9% del valore aggiunto (49 miliardi), il 5,8% dell’occupazione (circa 910.000 persone) e il 7,1% delle esportazioni (oltre 28 miliardi di euro), con valori tutti in crescita rispetto al 2008.

LA SALUTE INVESTE

C’è un altro numero degno di essere menzionato. Quello sugli investimenti, visto che in Italia non si fa altro che parlare della necessità di sbloccare grosse somme di spesa pubblica e privata. In termini di ricerca e innovazione ammontano a circa 2,8 miliardi di euro gli investimenti in Italia della filiera della salute, il 13% del totale degli investimenti in ricerca e innovazione in Italia, con un’incidenza sul valore aggiunto generato dalle imprese superiore al 15%. Ma proprio sulla questione della spesa si è registrata la presa di posizione degli industriali.

TRA PUBBLICO E PRIVATO

Per il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, la white economy è un settore che “rende di più di quello che prende”. In buona sostanza, se lo Stato collaborasse un po’ di più con la sanità privata, sarebbe meglio per tutti. “La farmaceutica in questi anni è stata un motore fondamentale per la crescita del Paese, creando sinergie con altri settori del made in Italy come la meccanica e l’imballaggio dove non siamo secondi a nessuno, ed è fondamentale per la ricerca”. Appello fatto suo anche dallo stesso Boccia, che ha invitato a una migliore integrazione tra pubblico è privato.

ASSE LOMBARDO IN NOME DELL’EMA

Il numero uno di Viale dell’Astronomia è stato poi interpellato sul destino dell’Ema, dopo le clamorose rivelazioni circa il mancato completamento della sede di Amsterdam. “Noi ovviamente tifiamo Italia  vediamo se ci sono elementi per fare ricorso. Lo seguiremo insieme ai nostri di Assolombarda. Se ci sono elementi sostanziali si riprende il dossier, purchè siano sostanziali e non solo mediatici”.

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