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America first, al fianco dell’Italia. L’intervento dell’Ambasciatore Usa Lewis Eisenberg

Di Lewis Eisenberg
ambasciatore

Gli Stati Uniti e l’Italia hanno molto in comune, non solo la creatività della gente, ma anche il modo in cui siamo organizzati. Le piccole e medie imprese a conduzione familiare sono al centro della nostra cultura d’ impresa e apprezziamo sia lo spirito imprenditoriale che l’ innovazione. Gli affiliati delle aziende statunitensi in Italia assumevano, nel 2015, oltre 220.000 persone e sono sicuro che siano numeri in crescita ancora di più ora, mentre gli affiliati italiani negli Stati Uniti impiegavano oltre 130.000 persone.

Possiamo, inoltre, indicare grandi aziende americane che investono in Italia, in particolare nel Sud. Nel 2016 Apple ha aperto a Napoli un centro di formazione per lo sviluppo di applicazioni per studenti universitari, il primo in Europa. Nel 2017, la Deloitte Digital ha aperto un “Accademia dell’ Innovazione” anche per gli studenti di Napoli. Boeing realizza in Puglia circa il 14% dei componenti per il suo 787 Dreamliner e le sue attività supportano circa 10.000 posti di lavoro in Italia, soprattutto nel sud.

Gli investimenti esteri diretti italiani o IDE, negli Stati Uniti continuano a salire: nel 2016 gli IDE italiani negli Stati Uniti hanno raggiunto i 30 miliardi di dollari, mentre gli IDE italiani in Italia hanno raggiunto i 24,7 miliardi di dollari.

Ci sono alcuni esempi eccellenti di investimenti italiani negli Stati Uniti. Ad esempio: Fincantieri, da quando vi ha investito nel 2009, ha raddoppiato il numero di posti di lavoro presso un’ impresa di costruzione navale con sede nel Wisconsin. Enel è recentemente diventata il più grande operatore eolico di Oklahoma dopo aver investito in due parchi eolici. Il recente investimento di Pelliconi in un centro produttivo a Orlando gli ha dato la possibilità di entrare in nuovi mercati. Gli Stati Uniti sono un grande e importante mercato per gli investimenti italiani. E alcuni dei recenti sviluppi, come il miglioramento del sistema fiscale, li rendono ancora più appetibili per le imprese.

È oltretutto facile fare affari negli Stati Uniti. Disponiamo di un sistema giudiziario rapido e di un solido sistema finanziario. Abbiamo un enorme mercato dei consumatori (con oltre 325 milioni di fruitori). Voglio citare il programma “SelectUsa” dell’ambasciata. Attraverso questo programma, l’ambasciata può fornire informazioni molto utili e mirate alle imprese italiane interessate ad investire nel mercato statunitense. Abbiamo, infatti, in programma progetti a Torino, Verona e Firenze, dove diciassette stati americani incontreranno potenziali investitori.

Come sapete, promuovere le esportazioni statunitensi è una priorità assoluta per l’ attuale amministrazione. Questa, infatti, ha ascoltato il parere del nostro presidente e di altri oratori che si sono espressi su questo punto. Condivido, tuttavia, il mio compiacimento per il fatto che perseguiremo relazioni commerciali libere, eque e reciproche e relazioni economiche globali che siano nel nostro reciproco interesse.

Le importazioni americane di merci italiane sono salite a 50 miliardi di dollari nel 2017, con un incremento del 10,4%, mentre le importazioni italiane di merci statunitensi sono salite a 18,0 miliardi di dollari, con un incremento di circa il 10%. Nel 2017, l’Italia aveva un avanzo commerciale di quasi 32 miliardi di dollari con gli Stati Uniti. Con la ripresa della crescita, e sembra ormai chiaro che stiamo veramente andando avanti, sono fiducioso e credo che gli esportatori statunitensi vedranno in Italia più opportunità che mai. Ad esempio, i consumatori italiani apprezzano i prodotti di alta qualità, rendendo l’Italia un mercato potenzialmente molto attraente per gli agricoltori statunitensi. Tuttavia, gli esportatori statunitensi ci dicono che i certificati richiesti dall’UE sono così complessi e onerosi che è molto difficile persino capire i requisiti di certificazione. Tutto ciò che possiamo fare per facilitare questo processo aiuterà sia gli agricoltori statunitensi che i consumatori italiani. Inoltre, le soluzioni digitali esportate in Italia dalle aziende statunitensi stanno aiutando i produttori italiani ad aumentare la produttività e diventare più competitivi a livello internazionale.

L’Italia e gli Stati Uniti condividono principi economici comuni: promozione del libero mercato, crescita del settore privato e standard qualitativi elevati. Vogliamo lavorare con l’Italia per promuovere questi valori, soprattutto quando sono minacciati.

Per quanto riguarda l’uso continuato da parte della Cina di pratiche commerciali sleali, gli Stati Uniti collaboreranno con i nostri alleati per contrastare l’ eccesso di capacità, le sovvenzioni che distorcono il mercato e il trasferimento forzato di tecnologia.

La diversificazione energetica è un altro settore importante. Migliorare la sicurezza energetica europea garantendo l’ accesso a fonti di approvvigionamento energetico accessibili, affidabili, diversificate e sicure è fondamentale per la sicurezza nazionale.

Il gasdotto italiano TAP (Trans-Adriatic Pipeline), che mira a trasportare gas dall’ Azerbaigian, è un modo per migliorare la sicurezza. Le recenti scoperte di gas nel Mediterraneo orientale ne sono un’altra. Anche il GNL, nuovo ed economico degli Stati Uniti, destinato a diventare uno dei principali produttori mondiali di gas nei prossimi anni, rappresenta un’ importante opportunità per perseguire insieme gli obiettivi di sicurezza energetica.

L’ Italia si recherà alle urne a marzo e non vediamo l’ora di lavorare con il prossimo governo per portare avanti le riforme, aumentare gli scambi commerciali negli Stati Uniti e promuovere gli investimenti – qualunque sia il risultato. In conclusione, dobbiamo continuare a lavorare insieme in un vero partenariato in cui ci stiamo aiutando l’un l’altro nella misura più ampia possibile

Qui potete trovare la versione integrale del discorso.

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