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Sorpresa di Berlusconi. Indica un ministro ed è per tagliare la spesa pubblica

L’hanno ribattezzato mister forbici quando nel 2013 fu chiamato dal governo di Enrico Letta a mettere a posto i conti pubblici. Lui, Carlo Cottarelli, uno dei maggiori esperti di debito italiano e finanza pubblica, potrebbe presto tornare a “sforbiciare” per conto di Silvio Berlusconi che ospite di Lucia Annunziata su Rai 3 ha fatto il suo nome come candidato ideale a ricoprire il dicastero della Spending review.

LE PAROLE DI BERLUSCONI

“Per Cottarelli abbiamo pensato a un ministero per la Spending review, poi non so se lui voglia accettare”, ha detto il leader di Forza Italia a In mezz’ora. L’ex commissario sarebbe perfetto “per fare i tagli che lui aveva individuato ma che poi Renzi invece di tagliare, tagliò lui”. Per il Cavaliere Cottarelli ha tutte le caratteristiche che Forza Italia cercherebbe: “Un eminente studioso con grande esperienza internazionale”, come l’ha definito dall’Annunziata.

GLI STUDI E LA CARRIERA

Una laurea in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università di Siena, un master in Economia presso la London School of Economics e poi dritto nel Servizio studi della Banca d’Italia (dal 1981al 1987), e poi dell’Eni dal 1987 al 1988, momento in cui inizia la sua carriera al Fondo Monetario Internazionale, dove ha operato in diversi dipartimenti (dipartimento europeo, dipartimento monetario e dei capitali; policy development and review department, dove si è occupato della riforma della sorveglianza, dipartimento Affari Fiscali).

IL RUOLO DI COMMISSARIO

È il novembre 2013 quando viene nominato dal governo Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica. Incarico che lascia nell’ottobre del 2014 quando il governo Renzi lo designa come direttore esecutivo nel board del Fondo Monetario Internazionale, mettendo fine alla seconda stagione dei tecnici. Un rapporto, quello con Renzi, consumatosi in fretta. Al contrario del suo legame con il Fmi. Cottarelli si è dimesso dall’incarico nell’ottobre del 2017. Da quella data è il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano.

COSA PENSA

Parlando delle proposte economiche e finanziarie dei vari partiti in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo il direttore dell‘Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, intervenendo a Milano a una conferenza dell‘agenzia di rating Moody‘s, ha dichiarato che se si riuscisse a congelare la spesa primaria in termini reali per tre anni, entro il 2020 l’Italia “pareggierebbe i conti pubblici”. “Le crisi non arrivano perché il debito pubblico è alto, ma perché c’è un debito pubblico alto che sale, e un’economia che non cresce”, ha spiegato.

La flat tax? Per semplificare il sistema fiscale italiano Cottarelli ha recentemente detto che sarebbe più utile una “rivoluzione” nel sistema delle deduzioni e delle detrazioni piuttosto che un’aliquota unica che “beneficerebbe comunque i redditi più alti”.

I LIBRI

Fresco di stampa per Feltrinelli è il suo ultimo libro “I sette peccati capitali dell’economia italiana”, ovvero evasione fiscale, corruzione, eccessiva burocrazia, lentezza della giustizia, divario tra Nord e Sud, incapacità di stare nell’euro e crollo demografico.

Cottarelli è anche autore di un libro in lingua inglese (“What we owe”) sul debito pubblicato a settembre per Brookings Institution, think tank di Washington e di altri due volumi, “La Lista della Spesa” e “Il Macigno”.

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