A Monaco, nel tradizionale appuntamento con la Conferenza internazionale dedicata al tema della sicurezza, uno dei focus più importanti è proprio su quella Difesa europea che da tempo ormai anima i dibattiti (e le ambizioni) di Bruxelles.
A prendere la parola è stato il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. La prima risposta è rivolta agli Stati Uniti ed alla loro ambasciatrice alla Nato che aveva duramente criticato il progetto europeo. ”Sento critiche sul fatto che vorremmo noi europei essere più autonomi. Sì, noi vogliamo emanciparci, questo è chiaro, ma non contro la Nato. Credo che la Nato sia un progetto che debba restare anche per le future generazioni”. Ha quindi ironizzato sul fatto che “ci è sempre stato criticato che facevamo troppo poco, ora che ci sforziamo di più, neppure va bene”.
Altro tema caldo è il rapporto con Uk, player decisivo proprio in materia di difesa e sicurezza. “Io - ha detto Juncker – sono dell’opinione che poichè non siamo in guerra con il popolo britannico, nè ci vogliamo vendicare per la decisione presa in modo sovrano, l’alleanza sulla sicurezza possa andare avanti. Ma questo non va confuso con altre questioni”. ”Dobbiamo valutare le cose punto per punto. Non mi piacerebbe che valutazioni sulla sicurezza finiscano sullo stesso tavolo di quelle commerciali, come vorrebbero alcuni”.
La novità più rilevante è però nella dichiarazione di voler rinunciare al metodo dell’unanimità che sin qui ha contraddistinto il funzionamento del processo decisionale europeo. “Con il metodo dell’unanimità l’Europa non può fare politica mondiale”, ha ammesso il presidente della Commissione Ue. “La politica estera e di difesa in Europa deve diventare più efficiente e il processo decisionale va cambiato”. “Non può restare cosi’, che c’è bisogno dell’unanimità sulle decisioni”. Benissimo. Peccato che per trasformare questo buon intento in una decisione servirà proprio l’unanimità dei paesi dell’Unione europea.