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Gas, energia e rifiuti, le utility italiane stanno benone. Report Althesys

Se c’è un pezzo di economia italiana che funziona, sono le utility. Dall’acqua, all’energia, ai rifiuti le società di pubblica utilità, municipalizzate e non, sembrano godere di ottima salute. Lo dice l’ultimo rapporto Top Utility 2018, realizzato da Althesys, che ha passato in rassegna le maggiori 100 utility italiane, verificandone fatturato, qualità dei servizi offerti e volume di investimenti. E capacità di comunicazione con la clientela, che non è poca cosa.

IL 7% DEL PIL 

Nel merito del rapporto, il primo dato riguarda il fatturato. Le 100 maggiori utility attive in Italia nei settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico integrato e della raccolta dei rifiuti urbani nel 2016 hanno generato un valore della produzione aggregato di poco superiore a 115 miliardi di euro, pari al 6,9% del Pil italiano. I ricavi  segnando una crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Una spinta arrivata dalle utility più piccole dal momento che il grosso del campione è costituito in maggioranza da imprese di medie e piccole dimensioni (il 52% ha ricavi inferiori ai 100 milioni di euro e solo il 14% supera il miliardo). Il 66% delle aziende è a capitale interamente pubblico, il 20% è composto da società miste, il 9% aziende quotate e il restante 5% private.

CHI SALE E CHI SCENDE

Bisogna fare una distinzione, tra multiutility, che offrono una multitudine di servizi e le monoutility, che invece operano su un solo settore. Ebbene, quelle con la crescita maggiore sono le multiutility, che nel 2016 hanno incrementato il valore della produzione del 7,5%, seguite dalle monoutility dei rifiuti (+3,5%) e da quelle idriche (+1,6%). Nel comparto energetico, invece, i ricavi delle aziende elettriche sono stati sostanzialmente stabili (-0,4%), mentre le monoutility del gas sono calate dell’11,1%, principalmente a causa della riduzione del prezzo.

L’ELETTRICO INVESTE DI PIÙ

Quanto agli investimenti, nel 2016 le utility italiane hanno investito complessivamente in impianti, infrastrutture, reti ed attrezzature poco più di 4,6 miliardi di euro, pari allo 0,3% del Pil e all’1,6% degli investimenti fissi lordi italiani. Una cifra che secondo il rapporto rappresenta nel complesso il 4% dei ricavi delle aziende. Il dato varia comunque tra le varie tipologie d’azienda. Le società del comparto elettrico hanno investito di più in termini assoluti, quasi due miliardi di euro, pari al 43,1% del totale, seppur in sensibile calo rispetto al 2015 quando con quasi 2,3 miliardi avevano coperto il 48,5% del totale. Male le aziende del gas, i cui investimenti sono crollati del 51,2%.

TREVISO LA NUMERO UNO

Come da tradizione, la presentazione del rapporto annuale Top Utility è stato anche il momento della premiazione delle aziende italiane che si sono distinte nel settore. Per il 2018 la migliore azienda in assoluto è stata la trevigiana Contarina, giunta in finale con Acea, Gruppo Cap, Mm e Savno. Il premio per la sostenibilità è stato assegnato alla bolognese Hera (finalista sempre con Acea. Nella comunicazione lo scettro è andato invece a Gruppo Cap (Milano), in finale con A2A, Acea, Acque SpA, Gruppo Hera).

IL DIFFICILE RAPPORTO COI CLIENTI

L’unico neo sono i clienti, sempre meno soddisfatti delle pratiche messe in atto dalle aziene per la comunicazione. “I rapporti con i clienti e con gli altri stakeholder locali mostrano nel 2016 luci e ombre. L’indice di soddisfazione dei clienti peggiora, per la prima volta in quattro anni, passando da 85,07 nel 2015 a 82,05 nel 2016. In calo anche le performance del servizio clienti, con un lieve aumento dei tempi di attesa e un calo del livello di servizio dei call center. Crescono anche i reclami dei clienti. Le complessità dei mercati, le maggiori attese dei consumatori e alcuni processi di riorganizzazione aziendale potrebbero spiegare questo fenomeno”.

UN SETTORE CHE CAMBIA PELLE

“La ricerca – spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e direttore di Top Utility – mostra un settore in profonda trasformazione, che sta investendo molto nelle nuove tecnologie e che è molto più innovativo di quanto i consumatori percepiscano. Sostenibilità, digitalizzazione, miglioramento delle performance operative sono le aree nelle quali le maggiori utility stanno lavorando di più. E i risultati si vedono: meno perdite nell’idrico e più raccolta differenziata dei rifiuti rispetto alla media italiana. Ma anche maggiori investimenti per abitante delle grandi multiutility, sempre più app e servizi su smartphone. Si sviluppano nuovi servizi ai territori e alle città mobilità sostenibile, sicurezza e efficienza energetica affiancano sempre più i tradizionali servi pubblici locali”.

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