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Un nuovo capitolo nella diplomazia carismatica di Papa Francesco sulla guerra in Siria

Poco notata, stranamente ignorata da tanti, la geopolitica della misericordia e la diplomazia carismatica di Papa Francesco sulla guerra mondiale che si combatte in Siria  ha avuto una fortissima nuova manifestazione oggi, in occasione della preghiera dell’Angelus: “In questi giorni il mio pensiero è spesso rivolto all’amata e martoriata Siria, dove la guerra è riesplosa, specialmente nel Ghouta orientale. Questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare. Tutto questo è disumano. Non si può combattere il male con altro male. Pertanto rivolgo il mio appello accorato perché cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari – cibo e medicine – e siano evacuati i feriti e i malati. Preghiamo Dio che questo avvenga senza indugio”.

Nei giorni scorsi è toccato proprio alla Santa Sede di Papa Francesco, attraverso il segretario di Stato Pietro Parolin, intervenire alle Nazioni Unite per chiedere una risoluzione che aprisse la strada alla «fine della violenza, l’accesso degli aiuti umanitari e infine una soluzione negoziata» riferendo anche della “grande preoccupazione» del papa, per la «situazione drammatica, disastrosa soprattutto nel Ghouta orientale e in altre regioni come Afrin”.

Importantissimo anche quanto detto dal papa prima di recitare l’Angelus, quando ha ricordato che la Quaresima dovrebbe renderci “più attenti alla voce di Dio”. Quindi “è necessario, specialmente nel tempo di Quaresima, salire con Gesù sul monte e sostare con Lui, farsi più attenti alla voce di Dio e lasciarsi avvolgere e trasformare dallo Spirito”.

Tutto questo è solo il punto d’arrivo di una linea seguita sin dal 2013 con coerenza e chiarezza da Papa Francesco, dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e dal nunzio in Siria, cardinale Mario Zenari. Al riguardo ci sono stati alcuni fraintendimenti, a cominciare dalla grande preghiera convocata dal papa nel 2013: mai un sostegno ad Assad, ma un chiaro sostegno invece al possibile accordo tra Stati Uniti e Russia per giungere a quella rinuncia agli armamenti chimici da parete del regime siriano, che sino ad allora mai aveva ufficialmente neanche di possedere ingenti arsenali chimici, e che di lì a breve avrebbe invece ammesso di avere e consegnato all’Onu.

Ci sono degli altri capitoli di questo lungo cammino per la pace in Siria, che avrebbe significato moltissimo per tutto il mondo, tutti importantissimi. Cominciamo dalla fine, la lettera inviata poco prima del Natale 2016 al “presidente” siriano, e consegnati in persona dal nunzio a Damasco, cardinale Mario Zenari. In quella lettera, che ha preceduto di poche ore la conquista di Aleppo est e i tanti orribili lutti che quell’evento comportò, Bergoglio chiedeva il pieno rispetto dei diritti umani e ribadiva il suo no al “terrorismo, da qualsiasi parte provenga”!.

Poco prima, in occasione della conclusione del Giubileo della Misericordia, Papa Francesco ha concesso un’importantissima intervista esclusiva a TV2000, quella nella quale ha parlato della cardiosclerosi, malattia che ci affligge davanti a tante ferocie disumane, bombardamenti indiscriminati, tra i quali era impossibile non scorgere anche quelli che tormentavano i siriani. Ma non è tutto qui. Già all’inizio del suo pontificato, nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Papa Francesco ha saputo scrivere: “In molti parti del mondo le città sono scenari di proteste di massa dove migliaia di abitanti reclamano libertà, partecipazione, giustizia e varie rivendicazioni che, se non vengono adeguatamente interpretate, non si potranno mettere a tacere con la forza”. Pubblicata nel novembre 2013, la Evangelii Gaudium dunque conteneva questa importantissima riflessione che difficilmente può essere letta senza pensare anche alle Primavere arabe, che le forze disumane del jihadismo stavano già tentando di sequestrare e capovolgere: a mio avviso questo punto di Evangelii Gaudium indica con chiarezza che Papa Francesco aveva già allora capito meglio di molti altri quanto grave sarebbe stato voltare le spalle a quelle manifestazioni pacifiche, lasciando sequestrare e capovolgere quel grande movimento popolare e non violento dai terroristi jihadisti, che poi tanti leader di quel movimento hanno fisicamente sequestrato, torturato e ucciso, come hanno fatto con  la stessa popolazione sventuratamente finita nelle loro grinfie.



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