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Per tagliare il debito non serve vendere il patrimonio. Meglio affittarlo. Parola di Pier Paolo Baretta

Baretta, populismo, giovani

Chi l’ha detto che per ridurre il debito pubblico bisogna disfarsi del patrimonio immobiliare statale? Sbagliato vendere per incassare (e tagliare magari), molto meglio valorizzare, cioè mettere a reddito tramite canone di locazione a lungo termine. Parola del sottosegretario al Tesoro, Pier Paolo Baretta (nella foto), intervenuto questo pomeriggio alla presentazione del rapporto 2017 dell’Agenzia del Demanio.

“La strategia della pura alienazione del patrimonio pubblico per ridurre il debito è sbagliata e inconciliabile con la responsabilità civica” di amministrare una ricchezza che non può essere gestita come gli altri beni economici. Una linea, ha spiegato Baretta, sbagliata anche perché il valore di mercato di beni storici e ambientali è, in molti casi, francamente, incalcolabile, tanto da rendere tale patrimonio non così facilmente cedibile come veniva raccontato. “Sarebbe sufficiente ricordare i miliardi di entrata messi a bilancio, in finanziaria, dal governo Monti e le poche centinaia di milioni effettivamente incassate”. Per questo, “a fronte di queste constatazioni, ci è apparso immediatamente chiaro che la strada da perseguire era il passaggio dalla strategia dell’alienazione a quella della valorizzazione. Lo abbiamo fatto agendo su più fronti”.

Il sottosegretario ha ricordato, in particolare, come, “alcuni anni fa, a fronte della rilevante dimensione del nostro debito, si sviluppò un impegnato dibattito accademico secondo il quale, per risolvere il problema, bastava alienare il nostro patrimonio pubblico o nella versione più edulcorata cartolarizzarlo. Si trattava di un’illusione ottica sia perché il 75% del patrimonio è di proprietà degli enti locali sia perché una parte rilevante è occupata da uffici pubblici” sulla cui razionalizzazione, peraltro, l’Agenzia è fortemente impegnata”.

Nella pratica, il prossimo governo dovrebbe agire, nella logica di Baretta, agire in questo modo. Con una concessione di lungo periodo che consente non solo di valorizzare il bene, senza rinunciare alla proprietà, ma, anche, di ottenere significativi risultati economico-finanziari: dai fari ai borghi, dalle caserme ai cammini”.

Ma per rendere fruibile parte del patrimonio pubblico occorre una vasta opera di riqualificazione, dunque tanti soldi. In questo senso, il Demanio ha paventato la possibilità di investire oltre 3 miliardi di euro di risorse per la riqualificazione sismica ed energetica del patrimonio immobiliare dello Stato nei prossimi 10 anni e la razionalizzazione degli spazi occupati dalla pubblica amministrazione. Nel dettaglio, il Demanio ha ottenuto nuovi fondi da destinare oltre che alla prevenzione del rischio sismico degli immobili dello Stato, per 34 milioni di mq di superficie in uso governativo, anche a interventi di risanamento ambientale e bonifiche, edilizia pubblica, riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie.


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