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Nuovi Razzi e Scilipoti cercasi. Elogio preventivo dei responsabili

Dopo essere stati bistrattati per anni, considerati dei beceri voltagabbana pronti a servire qualsivoglia potere o partito, questa campagna elettorale 2018 ha avuto il merito di rivalutare alla grande i cosiddetti “responsabili” alias “stabilizzatori”. Ovvero coloro che, in Parlamento, arrivano in soccorso di maggioranze traballanti e governi deboli. Quando nel Palazzo mancano quella manciata di voti per arrivare a una maggioranza sufficiente per governare, ecco comparire loro. In passato, dicevamo, sono stati bistrattati assai. L’esempio classico sono Antonio Razzi e Domenico “Mimmo” Scilipoti (nella foto) che, eletti nel 2008 nell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, quando nel 2010 il governo di Silvio Berlusconi era sotto il fuoco della mozione di sfiducia messa sul tavolo da Fli di Gianfranco Fini, arrivarono in soccorso del premier consentendogli, con i loro voti, di restare a galla e continuare a governare. Movimento di Responsabilità Nazionale fu il gruppo parlamentare creato appositamente da loro. Naturalmente nel 2013 si sono ritrovati entrambi eletti, in Senato, nelle file del Pdl. In queste elezioni Scilipoti è di nuovo candidato con Forza Italia (in Puglia), Razzi no, ma così va il mondo.

I due, però, hanno avuto il merito di sdoganare un principio: la libertà del parlamentare di andare in soccorso di una maggioranza in difficoltà pur essendo eletto nel campo avverso. Diritto garantito dalla Costituzione – secondo cui i parlamentari non hanno vincolo di mandato – ma non troppo sbandierato da chi aveva l’ardire di metterlo in pratica. Tanto sdoganata che, all’inizio della precedente legislatura, a Palazzo Madama nacque subito un gruppo, Gal (acronimo di Grandi autonomie e libertà), che raccoglieva un manipolo di senatori pronti a fare da riserva alla maggioranza di governo. Qualsiasi maggioranza. E così, pur non facendo parte del centrosinistra, quasi tutti i senatori di Gal hanno sostenuto prima il governo di larghe intese di Enrico Letta e poi quelli di centrosinistra di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.

Ora, però, si è andati oltre. Complice il fatto che dalle urne potrebbe uscire un risultato di stallo oppure venir fuori una maggioranza assai debole, ecco che diversi candidati già si propongono come futuri “stabilizzatori”. “Siamo ormai al responsabile preventivo: prima arrivavano dopo, quando ce n’era bisogno, ora invece escono allo scoperto addirittura prima”, ha scritto argutamente Pierluigi Battista sul Corriere della Sera. E così già si sa che la decina di grillini coinvolti in “rimborsopoli”, se saranno eletti, non si dimetteranno ma potrebbero fare da stampella a una maggioranza traballante. Non solo loro, però: futuri “responsabili” si intravedono da più parti, in diverse forze politiche. “E’ vero, con il tempo siamo stati riabilitati. Quando lo facemmo noi nel 2010 ci diedero tutti addosso, i colleghi e la stampa. Ora lo fanno in tanti e si prendono pure gli elogi”, commenta Scilipoti, mentre è impegnato in una campagna elettorale per Fi niente affatto facile.

Il senatore uscente, a sorpresa, è però contrario ai cambi di casacca, campo in cui in questa legislatura si è battuto ogni record arrivando a quota 566. “Io fui costretto ad andarmene dall’Idv di Antonio Di Pietro perché il voto contrario alla mozione di sfiducia contro Berlusconi non era tollerato, ma sarei rimasto. Invece dovetti trasmigrare nel Misto”, racconta Scilipoti. Che guarda ai futuri stabilizzatori con un sorriso. “Sono convinto che il centrodestra avrà i voti e i seggi per governare. Poi vedremo cosa accadrà. Diciamo che io preferisco i percorsi chiari: chi vince governa e gli altri fanno opposizione. Certo, poi vedo che oggi la figura del responsabile va molto di moda…”. Dal 5 marzo in avanti vedremo quanti ce ne saranno nel nuovo Parlamento. Anche perché tornare a votare non è mai la migliore delle opzioni possibili per chi ha appena varcato, magari per la prima volta, la soglia del Palazzo.


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