“Per oltre mezzo secolo questa conferenza ha rafforzato i legami e le relazioni transatlantiche, forgiando la nostra sicurezza comune. I valori che condividiamo – il rispetto per la dignità dell’uomo, i diritti fondamentali, la libertà, la democrazia e l’uguaglianza – hanno rappresentato la linea guida del nostro agire insieme. Il sistema basato sulle regole che abbiamo contribuito a sviluppare ha permesso alla nostra cooperazione di proteggere quei valori condivisi. Oggi, alla luce della globalizzazione che avvicina le nazioni come mai prima d’ora, affrontiamo una serie di nuove e crescenti minacce che mettono in discussione quelle regole. Mentre le sfide per la sicurezza interna ed esterna si fanno sempre più complicate – con organizzazioni ostili non più radicate solo a livello statale edarmi progettate non solo per essere schierate sul campo di battaglia ma anche nel cyberspazio – la comune capacità di tenere al sicuro la nostra gente dipende sempre più dalla nostra volontà di lavorare insieme”.
L’intervento della premier britannica, Theresa May, alla Munich Security Conference è stato diffusamente considerato come una delle più alte espressioni dei valori di atlantismo su cui declinare le nuove sfide per Europa e Stati Uniti, in uno scenario internazionale sempre più complicato per la sovrapposizione di innumerevoli minacce alla sicurezza interna ed esterna dei Paesi che compongono l’Alleanza Atlantica.
Le parole pronunciate dalla premier britannica assumono un valore particolare poiché rivolte a sostenere e rivitalizzare l’impegno congiunto di Europa e Stati Uniti nel difendere i valori fondamentali di democrazia e libertà su cui si costruisce una comune visione del mondo mai messa in discussione, neppure difronte all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Nonostante le procedure che porteranno Londra fuori dall’Europa unita, la premier britannica ha manifestato la sua forte convinzione sulla necessità di dare slancio ad un nuovo trattato in materia di sicurezza con i Paesi UE. E così, dalla platea della Conferenza di Monaco, segnala l’urgenza – comune a tutti i Paesi del vecchio continente – di lavorare insieme per rafforzare la sicurezza dei cittadini, al di là di ogni suddivisione o nazionalismo: “La sfida per tutti noi oggi è di trovare il modo per rafforzare la nostra cooperazione, attraverso una profonda e speciale collaborazione tra Regno Unito e UE, per mantenere i legami che abbiamo costruito e andare oltre nel far fronte alle minacce in evoluzione che affrontiamo insieme. Questo non può essere il momento della competizione tra partner, in cui far prevalere rigide restrizioni istituzionali o le ideologie per inibire la nostra cooperazione e mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Dobbiamo fare tutto ciò che è più pratico e pragmatico per garantire la sicurezza collettiva. Voglio allora condividere la mia visione sul modo in cui possiamo raggiungere questo obiettivo – cogliere questa opportunità per stabilire una nuova partnership per la sicurezza che possa mantenere la nostra gente al sicuro, ora e nei prossimi anni”.
Secondo Theresa May, nel rispetto delle identità nazionali e dei singoli ordinamenti statuali è più che possibile – quasi necessario – lavorare ad un accordo tra Regno Unito ed Unione Europea per rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza, invertendo il processo di separazione in corso. Questo risultato, assicura la premier britannica, è raggiungibili ed auspicabile.
La cooperazione in materia di sicurezza diviene allora la nuova forza che guida la coesione europea ed atlantica, in piena coerenza con la solidità dei legami che congiungono il vecchio continente agli Stati Uniti.
Rispetto alla sfida lanciata da Theresa May si segnala l’attenzione da parte dei rappresentati dei Paesi europei intervenuti alla Conferenza e la convergenza circa la necessità di mettere a fattor comune le singole energie per rafforzare la lotta all’insicurezza e all’instabilità.