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Trenitalia investe in Grecia e intreccia i binari con la Cina

500 milioni di euro. È l’importo del nuovo investimento che Trenitalia si appresta ad effettuare in Grecia, dopo aver privatizzato lo scorso anno il 100% dell’operatore greco ferroviario Trainose. L’obiettivo del gruppo italiano è di consolidare la propria posizione di players in una macro regione che sta diventando l’hub mediterraneo di containers, merci e gas, e in attesa di quei riverberi commerciali che giungeranno dalla strutturazione della Via della Seta. Nella consapevolezza che il Mediterraneo è tornato centrale nello scacchiere mondiale anche per via dei soggetti presenti come i Balcani, il versante caucasico che concerne i gasdotti, e la sponda commerciale russo-cinese.

NUOVO PASSO

La consistenza del nuovo investimento riguarderà nuovi mezzi e strutture innovative che sostituiranno quelle elleniche ormai obsolete. L’occasione è stato un meeting internazionale promosso presso la Camera di Commercio di Salonicco a cui ha preso parte l’ambasciatore italiano in Grecia, Efisio Luigi Marras che da quasi tre anni riveste il suo incarico ad Atene anche con l’obiettivo di implementare i rapporti italoellenici. Questi ultimi possono già contare su numeri interessanti, come il fatto che l’Italia occupa una quota dell’11,2 per cento nell’export della Grecia, mentre i prodotti italiani sono al secondo posto in quelli più presenti nel paese.

Da un triennio anche il governo italiano è tornato ad interloquire con più frequenza con quello ellenico: dapprima la visita dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, poi quella di Dario Franceschini il cui lavorìo è sfociato nel meeting tra Gentiloni e Tsipras di Corfù dello scorso settembre, quando si sono gettate le basi anche per una cooperazione nel campo culturale e turistico. E lo scorso 11 gennaio a Roma si è svolto il bilaterale tra i due paesi.

SCENARI

Così Trenitalia intende portare il sistema ferroviario greco al pari di quello italiano e di connettere la Grecia con il nord Europa tramite ferrovia. Una mossa che ha un proprio peso specifico a maggior ragione dopo che Cosco China, privatizzando il porto greco di Pireo, sta scaricando lì migliaia di containers a settimana che andranno reindirizzati sulla dorsale balcanica. Una grossa occasione per assicurare un vettore qualificato e tecnologicamnete avanzato e al contempo per non restare fuori dalla partita legata alla geopolitica locale, che poggia le sue basi non solo sulle merci ma anche sul gas che dalla Grecia transiterà. Il tutto è evidentemente intrecciato alla mole di affari e merci che con la Via della Seta giungeranno nel Mediterraneo.

INTRECCI

La logistica, dunque, può diventare l’attore protagonista della fascia euromediterranea. Se da un lato la Via della Seta potrà riguardare anche i porti italiani di Genova e Trieste all’interno di un’ottica di reti logistiche, dall’altro è l’Adriatico che potrebbe intervenire a supporto di tale rete. Da tempo ormai si parla di un “adriatic express 2.0” che sia capace di portare le merci giunte via mare al Pireo lungo la dorsale balcanica e, quindi, nel centro e nell’ovest Europa.

Il progetto ferroviario made in Cina potrebbe intrecciarsi anche con i destini di altri players come appunto Trenitalia che, rispetto alle altre concorrenti, si è da tempo portata avanti col lavoro proprio grazie alla privatizzazione dell’ellenica Treinose.

Ma gli intrecci vanno letti anche alla luce di altre partite che a quelle latitudini si stanno giocando: primo fra tutti l’approdo del gas in Europa, che è stato protagonista di mille cambiamenti tra North Stream e South Stream, fino alla decisione di puntare sul Tap. I suoi 878 km condurranno ogni anno in Europa 10 miliardi di metri cubi di gas attraverso Turchia, Grecia, Albania e Italia. E i lavori in Albania e Grecia sono i primi ad essere stati avviati.

twitter@FDepalo

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