Skip to main content

Washington testimone della nuova alleanza tra musulmani, ebrei e cristiani

Quattrocento religiosi si sono dati appuntamento dal 5 al 7 febbraio a Washington al Forum for Promoting Peace in Muslim Societies per l’incontro “Alliance of Virtue”. Una due giorni che ha dato vita alla “Dichiarazione di Washington”, un progetto per un’Alleanza di virtù, di natura globale, “aperta a uomini e donne di ogni fede, etnia e nazionalità, e dedicata a un’azione congiunta nel servizio per una sostenibile pace, giustizia, compassione e reciproco rispetto”.

Questa nuova unione ha un occhio di riguardo sulle minoranze religiose nei Paesi islamici e ha radici nella storica “Marrakesh Declaration”, durante la quale, due anni fa, oltre 350 leader musulmani si sono impegnati a ribadire la protezione dei diritti delle minoranze religiose nei Paesi a maggioranza islamica e  l’affermazione dei diritti delle minoranze religiose in tutto il mondo, inclusi i cristiani nei Paesi islamici.

Noi compiamo questo passo perché crediamo che gli individui e le comunità debbano andare oltre alla mera tolleranza, per dedicarsi a un futuro nel quale tutti possano prosperare e in cui tutti, rafforzati dalla fede, possano realizzare una riconciliazione e cercare di guarire le ferite di conflitti e violenze”, si legge nella Dichiarazione.

La convergenza e la collaborazione sui principi religiosi infatti passa naturalmente anche dall’ebraismo e dal cristianesimo, concetti lanciati non solo a Marrakesch, ma anche ad Abu Dhabi nel 2017 con la “American Peace Caravan” che ha riunito 150 leader religiosi americani della famiglia abramitica, portando rabbini, sacerdoti, pastori e imam in città di spicco nel mondo a maggioranza musulmana, dove hanno condotto workshop e seminari per promuovere la cooperazione e la comprensione reciproca.

Per l’Italia era presente l’imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis Italiana, Comunità religiosa islamica italiana: “Questo ultimo incontro negli Usa rappresenta un’ulteriore importante tappa di un percorso che vede alcuni fra i principali leader musulmani nel mondo promuovere piattaforme con ebrei e cristiani – ha affermato il presidente. “A Washington è significativo che venga dato un particolare risalto alla virtù come vocazione religiosa autentica e all’alleanza come sinonimo di fratellanza operativa. Mi auguro che queste due direttive vengano perseguite seriamente da noi religiosi insieme alla necessità di aiutarsi nella verifica del sacro discernimento”.



×

Iscriviti alla newsletter