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Biometano, tutte le novità per chi produce energia dai rifuiti

Di Sergio Benvenuti

Il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha emanato un decreto che permetterà all’Italia di investire sul biometano, produrlo e commercializzarlo. Il programma prevede un sostegno economico per le aziende, specializzate nella produzione del gas naturale, per una cifra pari a 4,7 miliardi di euro, tra il 2018 e il 2022.

AUTONOMIA DAI RIFIUTI

Scarti alimentari, raccolta di verde, biomasse, ramaglie e sfalci agricoli: questi composti attraversano la fase di compostaggio e biodigestione per poi uscire successivamente sotto forma di energia elettrica, termica (calore), produzione di ammendante (compost fertilizzante), biometano e anidride carbonica (ad esempio per le bevande).

Secondo Sesa – Società Estense Servizi Ambientali, tra i più innovativi nell’economia circolare del nostro Paese –  70 chilogrammi di scarti possono essere convertiti in 9 metri cubi di bio gas oppure in 4 chilogrammi di biometano. Tradotto significa percorrere in auto 100 chilometri. Grazie alla nostra spazzatura.

IN ANTICIPO SUI TEMPI

Il regista Robert Zemeckis oltre 30 anni fa ci aveva visto giusto e aveva precorso i tempi. Nel primo episodio della sua saga di “Ritorno al Futuro” (1985), Michael J. Fox e Christopher Lloyd – Doc e Martin nel film – inseriscono degli scarti alimentari nel serbatoio per rifornire di carburante la DeLorean Dmc-12 e lanciarla attraverso il tempo. All’epoca qualcosa di impensabile, oggi un gesto molto vicino alla realtà e che strizza l’occhio alla mobilità sostenibile.

(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)


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