Il voto italiano spaventa i mercati. Questa mattina Piazza Affari ha aperto le contrattazioni con un calo dell’1%, per poi affondare a 1,1% trascinata al ribasso da alcuni titoli bancari e dal crollo di Mediaset, che risente del risultato non proprio al di sopra delle aspettative di Forza Italia, il partito del principale azionista Silvio Berlusconi. Un segno evidente circa la risposta dei mercati finanziari all’esito delle urne, che ha visto l’exploit del Movimento Cinque Stelle e della Lega. I mercati infatti più di ogni altra cosa temono l’instabilità politica, anche se questa volta, vista l’affermazione di partiti spesso in polemica con l’Ue, c’è da capire i futuri pesi e contrappesi tra Roma e Bruxelles, una volta che il governo sarà, forse, costruito.
A spaventare i listini, in sostanza, la prospettiva di una lunga trattativa tra i partiti per la formazione di una coalizione più ampia che possa esprimere il nuovo governo, nonostante manchino ancora dati definitivi sull’attribuzione dei seggi. A contribuire al crollo della Borsa, anche la pessima apertura di Mediaset, che già alle 9 e due minuti segnava un calo del 4% poi accentuato al 5,6%. Preoccupa anche lo spread, il differenziale tra i rendimenti del bund tedesco e del Btp italiano. La forchetta si è allargata oltre i 140 punti base dopo essere schizzato a 144 punti base in avvio. Alla chiusura di venerdì scorso lo spread si attestava a 134 punti base. In netto rialzo anche il rendimento del decennale italiano che si porta al 2% dall’1,91% della chiusura di venerdì scorso.
Una certa preoccupazione si respira anche tra gli analisti, molti dei quali temono un governo a trazione Cinque Stelle. “La prima reazione all’esito del voto italiano è negativa, perché è vero che il mercato si aspettava un Parlamento senza una maggioranza chiara in grado di governare, ma i risultati preliminari mostrano una preponderanza delle forze antisistema”, ha spiegato Giovanni Zanni, economista di Credit Suisse. A preoccupare è in particolare “il fatto che M5S e Lega insieme, stando ai numeri parziali, sarebbero in grado di arrivare alla maggioranza. “Serviranno settimane per chiarire la situazione”, ha detto Zanni, spiegando che quello che preoccupa maggiormente sono proprio “i rischi collegati all’incertezza, che genera instabilità”.
Secondo gli analisti di Unicredit, la paura dei mercati è legata al fatto che “non c’è una maggioranza chiara in parlamento, motivo per cui la scena sarà dominata dall’incertezza almeno fino a fine marzo, ma soprattutto che i partiti populisti hanno ottenuto un risultato molto più forte di quanto i sondaggi avessero previsto”.