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Cassa Depositi e Prestiti, balzo dell’utile nel 2017

Crescono i conti di Cassa Depositi e Prestiti. La Spa pubblica guidata dal tandem Claudio Costamagna (presidente) e Fabio Gallia (ad, nella foto), in scadenza tra pochi mesi, chiude il 2017 con le principali voci di bilancio in attivo. Tanto per cominciare l’utile netto consolidato a 4,5 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,2 miliardi dell’anno precedente, di cui 2,9 miliardi di pertinenza della capogruppo contro i 200 milioni del 2016. In assenza di componenti straordinarie l’utile netto di Cdp è stato pari a 2,2 miliardi, in aumento del 33%.

Sulla dinamica dell’utile hanno inciso positivamente l’aumento del margine di interesse e il minor costo del rischio sia sui crediti sia sugli investimenti in equity. Il margine d’interesse della capogruppo si è, infatti, attestato a 3 miliardi (+25%; 2,8 miliardi a livello consolidato, +31%), nonostante un contesto di tassi di mercato ancora sfavorevole. Un aumento ottenuto sia grazie al miglioramento del rendimento delle attività fruttifere (i buoni) sia grazie alla riduzione del costo delle passività.

Rafforzata anche la solidità patrimoniale con un patrimonio netto pari a 24,4 miliardi (+1,2 miliardi rispetto al 2016) e un patrimonio netto consolidato pari a 35,9 miliardi (+0,1 miliardi rispetto al 2016) di cui di pertinenza del gruppo 23,1 miliardi (+0,4 miliardi rispetto al 2016). Nel corso dell’esercizio la performance economica ha permesso di rafforzare patrimonialmente alcune controllate di Cdp, aumentando l’utile non distribuito alla capogruppo.

Molto bene anche la raccolta della Cassa. Quella complessiva, lo scorso anno è risultata in aumento a 340,5 miliardi (+2,6%), quella postale ha mostrato uno stock in crescita a 252,8 miliardi (+0,8%) e quella obbligazionaria ha raggiunto quota 17,5 miliardi (+51,6%) grazie all’efficace diversificazione delle fonti di raccolta. In miglioramento anche lo stock di disponibilità liquide, +8,3% a 175,3 miliardi, per effetto dei maggiori investimenti a breve termine.

Lo stock di crediti verso la clientela e verso le banche, pari a 101,8 miliardi, è salito a 123,1 miliardi (+1,7%) includendo gli impegni a erogare per effetto delle nuove stipule su infrastrutture, imprese e internazionalizzazione. Invece il portafoglio di titoli di debito si è attestato a 48 miliardi, mostrando un lieve decremento rispetto al 2016 (-1,9%), con una contestuale riduzione della durata media dei titoli.

Infine le risorse mobilitate e gestite dal gruppo sono cresciute del 20% a 33,7 miliardi per un totale di investimenti complessivamente attivati pari a 58 miliardi, dati pienamente in linea con gli obiettivi di avanzamento previsti nel piano industriale 2016-2020. Nel dettaglio, le risorse mobilitate sono state destinate per 15,9 miliardi di euro all’internazionalizzazione delle imprese italiane (+12% sul 2016 e 17,7 miliardi di investimenti attivati), altri 11,2 miliardi alle imprese (+29% e 26,2 miliardi di investimenti attivati), 6,3 miliardi agli enti pubblici e alle infrastrutture (+19% e investimenti attivati pari a 13,9 miliardi), mentre altri 300 milioni sono stati mobilitati a favore del settore immobiliare (+43% rispetto, 300 milioni di investimenti attivati).

 

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