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Cipro avverte Erdogan. Se la Turchia esagera ricorrerà all’Onu

Si aggiunge di un altro capitolo la disputa nelle acque del Mediterraneo Orientale tra la Repubblica di Cipro e la Turchia. Il presidente cipriota Nikos Anastasiades, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente televisiva statale greca “Ert Tv”, ha voluto precisare: “Se la Turchia porterà una piattaforma di trivellazione nella Zona economica esclusiva di Cipro per iniziare a esplorare i fondali marini alla ricerca di idrocarburi, Nicosia utilizzerà tutti i mezzi diplomatici e politici a sua disposizione per fermarla”. Il leader non ha escluso, inoltre, il ricorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, affermando che “la Turchia ha accusato Nicosia di agire unilateralmente con i suoi piani di sviluppo energetico senza consultare i turco-ciprioti”.
Anastasiades ha poi specificato che “i colloqui di pace per la riunificazione dell’isola non sono ripresi a causa delle richieste avanzate dalla parte turca di Cipro controllata da Anakara”, dichiarando, comunque, di aver informato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che è pronto a ricominciare i colloqui e a incontrare il leader turco-cipriota Mustafa Akinci dal quale, ha sottolineato, “non ho ancora ricevuto risposta”.

LA CONTROVERSIA CON ENI

Le ultime vicissitudini tra Ankara e Nicosia avevano coinvolto anche il nostro Paese quando, lo scorso febbraio la marina militare turca aveva bloccato la piattaforma Saipem 12000 in viaggio verso il blocco 10 della Zee cipriota, dove avrebbe dovuto iniziare le perforazioni di ricerca su un reservoir gasifero off-shore. Proprio a questo proposito, Averof Neophytou, presidente del partito governativo Raggruppamento democratico (Disy), dopo aver incontrato l’ambasciatore italiano a Nicosia Andrea Cavallari ha riferito che l’Eni non intenderebbe lasciare la Zee di Cipro, volendo continuare in questo modo i suoi obblighi contrattuali.

LE ASPETTATIVE CIPRIOTE

Negli ultimi anni Cipro ha compiuto diversi importanti passi in avanti per quanto riguarda i programmi di esplorazione degli idrocarburi per poter diventare “un produttore di gas naturale e un paese di transito”. Sempre Anastasiades, nei giorni scorsi aveva infatti ribadito che “dopo il rinnovo della licenza di esplorazione nel blocco 11, nel febbraio 2016, il consorzio è andato avanti con il programma di esplorazione, perforando i primi pozzi tra giugno e settembre 2017” e confermando che nell’area è stata si trovino riserve energetiche simili a quelle del giacimento egiziano di Zhor.

LA TURCHIA DICE NO

E se anche il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso la volontà di continuare a dialogare con Ankara sulle tensioni generatesi nel tratto del Mediterraneo orientale, la risposta turca rimane ferma. “La Turchia non consentirà mai agli opportunisti di agire nelle sue immediate vicinanze, specialmente nell’Egeo e a Cipro”, ha dichiarato il presidente Recep Tayyip Erdogan, intervenendo alla conferenza sulla distribuzione di gas naturale in 101 distretti della Turchia. E ha poi rincarato la dose: “Spero che abbiano imparato la lezione dalla nostra chiara posizione sui tentativi di perforazione nelle acque di Cipro, effettuati nonostante l’opposizione della Turchia”.

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