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No allo stallo. Confindustria preme per un governo in tempi rapidi

Di Rino Moretti
Vincenzo Boccia

Un governo, in tempi ragionevoli, possibilmente in grado di stare in piedi sulle sue gambe. Tanto da garantire al Paese una qualche forma di stabilità politica ed economica. C’è questo, ma non solo, nell’immaginario di Confindustria, che a un mese dalle Assise di Verona torna a dire la sua, stavolta sul post voto. Nessuna terra di mezzo insomma, ma solo un esecutivo autosufficiente e che non cada al primo colpo di vento.

Questa mattina è intervenuto Carlo Bonomi, l’imprenditore a capo di Assolombarda, intervistato proprio pochi giorni fa da Formiche.net. Prima questione, un governo con pieni poteri, non certo zoppo. “Questo Paese ha bisogno di un governo: con pieni poteri, legittimato dalle camere e che possa operare”. Di qualunque colore, sia chiaro, Confindustria mantiene la linea del non schieramento. “Non sta alla rappresentanza degli imprenditori indicare quale governo dovrà arrivare”, ha specificato il numero uno di Assolombarda. “Abbiamo un governo in fase di transizione in questo momento e non riusciamo ad incidere a livello europeo. Adesso si dovrà presentare il Def che va discusso in Europa e stiamo ancora aspettando quale governo uscirà dal voto. Ci sono passaggi importanti che devono essere svolti da un governo con pieni poteri”.

Bonomi ha poi fatto suo quanto emerso proprio questa mattina dall’Ocse (qui l’approfondimento di Formiche.net) e cioè, guai a smantellare le riforme approvate negli ultimi anni. Un concetto caro agli industriali, ribadito proprio nella kermesse veronese. “Non bisogna smontare le riforme positive già fatte, come Jobs Act e la Legge Fornero. Sicuramente sono migliorabili. Ma sarebbe una follia pensare di smontare riforme come l’industria 4.0. Si tratta della riforma che ha dato una minima possibilità di ripresa economica. Dal 2008 al 2015 gli investimenti fissi lordi erano sotto del 28%, stiamo recuperando”.

Sul post voto è intervenuto in perfetta assonanza con Bonomi anche il presidente degli industriali, Vincenzo Boccia (nella foto) il quale ha invitato a spostare il baricentro della discussione politica, traslandolo sui programmi dei partiti. “Più che discutere su chi debba essere il futuro presidente del Consiglio, i partiti italiani dovrebbero confrontarsi, in vista della composizione del nuovo governo, sui punti programmatici per sostenere la crescita del Paese e creare occupazione. Viale dell’Astronomia teme che il dibattito si stia “concentrando molto su chi deve fare il premier ma forse sarebbe opportuno passare alla seconda fase, e cioè per fare cosa, quali provvedimenti mettere in atto per incrementare l’occupazione e la crescita nel Nord e nel Sud del Paese. E questi sono elementi fondamentali per una grande economia come la nostra”.

In merito alla preferenza di Confindustria per una coalizione di governo piuttosto che un’altra, Boccia scherzosamente ha preferito fare “appello al quinto emendamento”, cioè alla facoltà di non rispondere. “Il punto”, ha osservato, “è che se si continua a dire che ognuno cerca l’appoggio dell’altro sul suo programma, è evidente che non c’è una mediazione su punti di priorità. Per questo ho detto che bisogna entrare più nel merito su cosa fare, quali programmi e quali punti in termini di priorità e questo già farebbe comprendere una potenziale alleanza”. Su una cosa Confindustria ha mostrato un certa soddisfazione, non senza fare annotazione. Il lavoro, visto che questa mattina l’Istat ha certificato un calo della disoccupazione. “Siamo sulla buona strada, ma ora dobbiamo accelerare”.

 

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