“Governare senza di noi sarebbe un insulto alla democrazia”. Questa frase di Luigi Di Maio è il primo vero errore del capo politico del Movimento 5 Stelle. Se fin qui non si erano registrate sbavature ed anzi il leader pentastellato era apparso straordinariamente istituzionale, il video diffuso su Facebook rivela una forzatura che desta una certa preoccupazione. Il tono è infatti troppo alto, anche tenuto conto che siamo ancora alle prime battute del periodo post-elettorale che porterà alle consultazioni con il Capo dello Stato.
L’unico insulto è alla Costituzione che non parla di vincitori delle elezioni ma che forgia un sistema basato sulla democrazia parlamentare. I cittadini non votano per eleggere un governo che invece è risultato della maggioranza che si forma nelle due assemblee, quelle di Camera e Senato. Il continuo richiamo ad un esito che obbligherebbe ad una o ad un’altra formula è un errore grave cui troppo spesso incorrono anche i media. Che una forza politica, pur avendo ottenuto il 32% dei voti, dichiari la ineluttabilità del proprio ruolo di governo è un eccesso che non può non essere denunciato per la gravità che merita. Il Movimento 5 Stelle ha svolto una campagna elettorale efficacissima ed ha ottenuto un risultato obiettivamente notevole. Formiche ha da subito definito Di Maio il vincitore politico del voto del 4 marzo. Su questo non si discute. Ma di qui ad affermare che non si può fare un governo senza il Movimento è una altrettanto obiettiva forzatura.
Prima di giungere alla soluzione del rebus istituzionale serviranno ancora lunghi giorni. Servono le migliori qualità della pazienza e della tessitura politica individuando tutte le piattaforme di dialogo possibili. Di Maio ha tutte le carte per guidare il processo o esserne protagonista. Alzare i toni, appellarsi agli elettori dopo meno di una settimana del voto può essere un boomerang. Potrebbe esserlo per il pentastellato ed anche per il Paese più in generale. In questi giorni serve più camomilla e meno Red Bull.