Come in alcuni dei miglior film di Hollywood dove l’attore non protagonista ruba la scena e determina il corso della trama, Alessandro Di Battista resta uno dei leader più influenti della nuova legislatura, anche se ufficialmente è fuori dai palazzi.
Per lui, lo schermo moltiplicatore sono i social network, dove puntualmente esprime quale sarebbe il suo “voto”, la sua posizione. Ieri, per esempio, ha postato un commento sulla sua pagina Facebook per dire la sua sull’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il centrodestra: “Mi conoscete bene ormai. Ho fatto opposizione a Berlusconi come pochi in questi anni. Ciononostante se Salvini propone la Bernini al Senato ritengo che il Movimento 5 Stelle debba votarla. Punto. Se Salvini propone un nome di Forza Italia è un problema suo. Noi non votiamo impresentabili e condannati (come Romani) come abbiamo sempre detto”.
Per Di Battista, la verità è una: le elezioni del 4 marzo sono state stravinte dal Movimento 5 Stelle e in parte vinte anche dalla Lega. “Quindi è giusto – ha aggiunto – che per le cariche istituzionali (che nulla hanno a che fare con il governo del Paese) muoverci dentro questo schema. Al Movimento 5 Stelle spetta la presidenza della Camera. A chi propone la Lega quella del Senato”.
Di Battista, 39 anni, è il deputato più mediatico del M5S. Attivissimo su Facebook, Instagram e Twitter, ha più seguaci su Facebook del candidato premier Luigi Di Maio. Molti lo considerano il volto moderato del Movimento 5 Stelle.
Di padre fascista dichiarato, Alessandro Di Battista detto “Dibba” è stato chierichetto fino ai 20 anni, quando è partito per un viaggio trasformatore in Guatemala e Colombia. Nel 2016 si è impegnato (su uno scooter) a percorrere l’Italia per fare una campagna elettorale contro la riforma costituzionale promossa dall’ex premier Matteo Renzi.
Invece per la campagna elettorale del 2018 ha scelto il camper, perché non era più solo: è partito insieme alla compagna e suo figlio di pochi mesi, anche lui protagonista delle immagini che posta sui social, tra un’analisi politica e l’altra. “Il bambino dorme molto e mangia bene. Siamo tranquilli. Ho potuto unire tre cose che mi appassionano: la politica, il viaggio e la famiglia. Vedere le piazze riempirsi per sentire un non-candidato è unico”.
Di Battista non è stato eletto perché non era candidato. Comunque, il 21 marzo era a Montecitorio, insieme alla compagna e al figlio, con tutti i riflettori su di lui. “Sono qui per alcuni adempimenti burocratici – ha detto ai cronisti che l’hanno intervistato -. Che goduria non vedere più certe facce…”.
Il non-deputato protagonista ha già in programma il prossimo viaggio con la famiglia a San Francisco nel mese di giugno, quando le acque della scena politica saranno più calme. Forse. “Dibba”, che aveva deciso di non presentarsi alle elezioni del 4 marzo per fare una pausa, è stato molto attivo in campagna e continua ad esserlo in queste convulse settimane post-voto. “Se penso di tornare? Nessuno me lo vieta – ha detto in un’intervista ad un giornale spagnolo -, ma si può fare politica anche fuori dal Parlamento”. Lui però non sembra essere mai andato via.