Il visionario fondatore di SpaceX la spara grossa ancora una volta: il primo test per colonizzare Marte già nel 2019. L’annuncio è arrivato dal South by Southwest Festival (SXSW) di Austin, in Texas, dove il miliardario Elon Musk ha spiegato l’intenzione “di effettuare viaggi brevi, decollo e atterraggio, nella prima parte dell’anno prossimo”. Nonostante lo scetticismo generale, la storia di SpaceX ha ormai insegnato che alle sparate di “mister Tesla” bisogna prestare una certa attenzione.
Nel giugno del 2016 la comunità scientifica era già stata attraversata da un ampio dibattito in seguito alle dichiarazioni di Musk che volevano il primo uomo su Marte nel 2024. Un piano, quello del miliardario, su cui è sempre rimasto un certo scetticismo, alimentato tra l’altro dai ritardi che hanno coinvolto tanto il lanciatore Falcon Heavy, quanto la navicella Dragon, i mezzi su cui, nell’intenzione di Musk, saliranno i primi astronauti diretti al pianeta rosso. Se il Falcon Heavy ha ormai debuttato con successo, restano ancora le perplessità sulla Dragon, quantomeno nelle tempistiche, tanto che la Nasa sarebbe stata costretta a pensare a un piano b per assicurare l’accesso degli astronauti americani sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) anche oltre il 2019, cioè quando termineranno i posti a bordo della navicella Soyuz assicurati dal contratto con i russi. L’ultimo aggiornamento della tabella di marcia della Nasa ha visto posticipare di quattro mesi i test della Dragon di SpaceX: un primo test senza equipaggio è atteso dunque per agosto, seguito da uno con equipaggio a dicembre.
Eppure, bisogna anche ammettere che il trascorso di SpaceX insegna che, in fin dei conti, il visionario Musk riesce a essere anche molto realistico. Sebbene non convincano i tempi (spesso disattesi dall’azienda), è probabile che l’imprenditore riesca in un futuro non troppo lontano a realizzare quanto annunciato. È bene ricordare che in molti dubitavano dello stesso sviluppo del lanciatore pesante Falcon Heavy, che è poi riuscito nell’impresa di lanciare verso Marte la Tesla rossa di Musk, riportando a terra due dei tre booster del primo stadio, atterrati simultaneamente sulla piazzola che li attendeva.
Ora, l’intenzione di Musk è di far cambiare definitivamente idea a tutti gli scettici anche sul programma di esplorazione di Marte. L’eventuale successo di una missione di test nel 2019 riuscirebbe sicuramente a centrare l’obiettivo, alimentando (come ha spiegato da Austin lo stesso Musk) molti nuovi investimenti, pubblici e privati. E poco importa che il presidente Donald Trump abbia dato una bella sterzata al programma esplorativo della Nasa, ri-orientandolo da Marte alla Luna: il pallino di Musk resta conquistare per primo il pianeta rosso. Certo, a far alzare più di qualche sopracciglio sul nuovo annuncio contribuisce la spiegazione che lo stesso miliardario a dato all’accelerata sui test. Il fine ultimo della colonizzazione di Marte sarebbe garantire un rifugio sicuro per sfuggire a un “probabile” terza guerra mondiale, con una lettura abbastanza catastrofica delle relazioni internazionali che, proprio in questi giorni, vedono invece un rasserenamento della questione nordcoreana, precedentemente data come la scintilla più probabile per un conflitto nucleare.
Insomma, ancora una volta il fondatore di SpaceX è chiamato a dissolvere l’alone di scetticismo che ruota intorno ai suoi annunci, sebbene oggi possa contare sul credito di credibilità accumulato negli ultimi tempi. Tra visioni e realtà, Musk si avvicina al pianeta rosso.