Spinta forte sulla produzione e barra ferma sugli investimenti. Eni guarda al 2021 con relativo ottimismo, nel presentare oggi a Londra la sua strategia al 2021. Basata essenzialmente su produzione in crescita del 3,5% all’anno, investimenti invariati sotto i 32 miliardi di euro (7,7 nel 2018, di cui oltre 1,8 per lo sviluppo del business green) e cedola nel 2018 di 0,83 euro per azione (+3,75%).
Queste le linee portanti del nuovo piano industriale dell’Eni presentato oggi nella City dal ceo Claudio Descalzi (nella foto). Il colosso petrolifero italiano stima una produzione di idrocarburi in crescita grazie all’avvio di nuovi progetti che contribuiranno per circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2021 e alle attività di ottimizzazione che contribuiranno nel 2021 per circa 200 mila barili.
Nel 2018 la crescita di produzione sarà del 4% rispetto al 2017, superiore alla precedente guidance. Nell’esplorazione Eni prevede di spendere circa 3,5 miliardi con l’obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari.
Più nel dettaglio il gruppo Eni conta di spendere nella sola esplorazione (che resta l’elemento principale di crescita) circa 3,5 miliardi di euro, con l’obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse. Il settore upstream (compreso anche lo sviluppo delle scoperte) contribuirà ai conti del gruppo con un cash flow cumulato di 22 miliardi di euro e ad esso saranno riservati 26,5 miliardi di investimenti (l’80% del totale). Nel periodo si prevede di superare la quota di 2 milioni di barili prodotti al giorno. Nel comparto gas si punta a un consistente sviluppo del settore del gas naturale liquefatto e alla crescita del portafoglio clienti retail, fino ad arrivare a 11 milioni.
Per quanto riguarda la divisione gas&power, invece, i driver saranno rappresentati da una forte spinta sul Gnl (gas naturale liquefatto), per giungere, a fine piano, a 12 milioni di volumi contrattualizzati (14 milioni entro il 2025), dal miglioramento del ritorno assicurato dal portafoglio gas in Europa e dalla crescita del retail con 11 milioni di clienti attesi nel 2021. In questo modo, dopo le perdite degli scorsi anni, questo business continuerà a girare in positivo, con un risultato operativo di 800 milioni nel 2021.
Ma proprio poco prima della presentazione alla comunità finanziaria della strategia al 2021, Eni aveva comunicato al mercato l’aggiudicazione di un contratto con la società Zhejiang Petrochemicals per la vendita di una licenza per la costruzione di due linee produttive basate sulla tecnologia Eni Slurry Technology (Est).
Le due linee produttive situate sull’isola di Zhoushan (Zejiang Province, Cina), informa una nota, avranno una capacità di raffinazione pari a 3 milioni di tonnellate all’anno ciascuna e saranno realizzate nell’ambito di un progetto che prevede la realizzazione di una nuova raffineria della capacità di 40 milioni di tonnellate all’anno, con avvio previsto per il 2020.
“Nel corso degli ultimi anni abbiamo trasformato Eni rendendola più forte operativamente e finanziariamente.Ora stiamo entrando in una nuova fase di espansione industriale e di forte crescita di valore, guidata da una profonda integrazione di business e da un focus continuo sull’efficienza e la disciplina finanziaria”, ha sottolineato Descalzi.
“In un mondo che richiede una sempre maggiore decarbonizzazione, le nostre risorse a basso costo, il nostro impegno su scala globale per il gas naturale, e il nostro modello di business unico nelle rinnovabili costituiranno un vantaggio competitivo e distintivo. L’aumento del dividendo che annunciamo oggi, rientra nel nostro impegno per una politica di remunerazione progressiva. E’ il risultato dei miglioramenti finanziari e di business ottenuti e rispecchia la nostra fiducia in un’ulteriore crescita di valore”.