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​Sulla Russia, Salvini e Meloni scalpitano mentre Di Maio si mostra più cauto​

Salvini

Due funzionari dell’ambasciata russa in Italia verranno espulsi entro una settimana “in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con i partner europei e alleati Nato”, ha fatto sapere ieri la Farnesina con una nota, e le reazioni dei politici italiani non si sono fatte attendere. Nella giornata di ieri, infatti, sia il segretario della Lega Matteo Salvini che la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni hanno sottolineato quanto l’approccio duro – adottato dall’Italia, in accordo tra gli altri con Usa, Germania, Francia – contro la Russia “non risolve problemi, meglio il dialogo” (Salvini) mentre Meloni ha calcato ulteriormente la mano: “Sono gli ultimi colpi di coda di un governo asservito alla volontà di Stati esteri”. Dal Movimento 5 Stelle, così come da Forza Italia e Partito democratico, invece, nessuna reazione.

L’APPROCCIO DI SALVINI

“Boicottare Russia, rinnovare le sanzioni ed espellerne i diplomatici non risolve problemi, li aggrava”. È in continuità con quanto già detto in passato la posizione assunta dal segretario della Lega Salvini sull’espulsione dei diplomatici russi dall’Italia. Salvini, infatti, si è sempre esposto in termini pro-Cremlino, anche rispetto alle sanzioni internazionali con cui la Russia era stata colpita dopo la crisi ucraina che aveva portato all’annessione della Crimea da parte di Mosca. “Sanzioni e manette? Meglio il dialogo”, scrive ancora Salvini su Twitter, che poi chiarisce la posizione del suo partito qualora dovesse andare al governo: “Voglio un governo che lavori per un futuro di pace, crescita e sicurezza, chiedo troppo?”.

I DUBBI SUL GOVERNO USCENTE

Una stoccata al governo uscente, invece, arriva dalla leader di Fratelli d’Italia, secondo cui è “inaccettabile che un governo dimissionario espella 2 funzionari dell’ambasciata russa. Sono gli ultimi colpi di coda di un governo asservito alla volontà di Stati esteri che per fortuna sarà messo presto nelle condizioni di non nuocere più gli interessi nazionali italiani”, scrive su Twitter il suo staff a cui seguono anche i dubbi e le perplessità del compagno di partito Guido Crosetto. “Mi sia dato atto di aver sempre avuto parole di grande e sincero rispetto per il Presidente Gentiloni – si legge ancora sul social network -, ma io questa storia di un governo dimissionario che fa un atto di politica estera così forte contro la Russia, fatico a comprenderla”.

LE RICOSTRUZIONI

Come ricostruito da Repubblica, però, prima di prendere una decisione di così grande portata, il presidente del Consiglio Gentiloni ha sentito i leader dei maggiori partiti per comunicare la decisione. Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Gianni Letta e Maurizio Martina, prima che la notizia fosse resa pubblica, hanno detto di comprendere la necessità di mantenere l’Italia allineata all’Europa e alla Nato.

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