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Il caso Eni insegna. ExxonMobil nelle acque di Cipro senza interferenze turche

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Torna protagonista il blocco 10 della Zona economica esclusiva di Cipro, dopo il fermo del febbraio scorso della piattaforma italiana Saipem da parte della marina militare turca. Una seconda unità navale della società petrolifera americana ExxonMobil, l’Ocean Investigator, ha infatti avviato le sue attività esplorative nella zona. Attività che erano già iniziate nelle scorse settimane con le operazioni della Med Surveyor, sempre di ExxonMobil e che sono state confermate dal premier cipriota Nicos Anastasiades nel suo intervento al nono forum sul gas e il petrolio nel Mediterraneo.

Entrambe le navi di ExxonMobil, società in passato guidata da Rex Tiellerson, sono state scortate, come riferito dai media greci e ciproti, dalla Sesta flotta degli Stati Uniti, fino al raggiungimento del porto di Limassol. Anche se, a questo proposito, l’ambasciatrice americana a Nicosia Kathleen Doherty aveva affermato in conferenza stampa che gli Stati Uniti non si aspettavano alcun problema dalla Turchia. Quest’ultima aveva, però, emesso un nuovo Navtex (servizio internazionale per l’invio di avvisi e bollettini di navigazione) al fine di impedire l’ingresso di unità navali in alcune aree dell’offshore di Cipro, tentando, di fatto, di bloccare anche questa volta le operazioni.

Il premier di Cipro, intanto, ricollegandosi proprio alla vicenda Eni, ha osservato: “Recentemente abbiamo affrontato atti di ‘diplomazia delle navi armate’ da parte della Turchia nella nostra Zona economica esclusiva, in violazione del diritto europeo ed internazionale, compresa la Convenzione Onu sul diritto del mare”. Questo, come ci ha tenuto a sottolineare Anastasiades, si tratta di “un atto che ha ostacolato fisicamente la società italiana Eni dal raggiungere l’area pianificata per le esplorazioni nel blocco 3 della Zee”. Ha continuato: “Questi atti illegali e provocazioni non solo minano gli interessi e gli obiettivi di Cipro, ma anche la strategia dell’Ue per raggiungere la sicurezza energetica e la diversificazione delle fonti e delle rotte”. Il presidente cipriota ha, dunque, auspicato che la Turchia adotti un approccio “realistico” in linea con il diritto europeo ed internazionale.

La Repubblica di Cipro inoltre, come ha ribadito . Il capo dello Stato Anastasiades nel suo intervento al forum, si fa promotrice della cooperazione regionale nel Mediterraneo orientale per lo sfruttamento delle risorse energetiche dell’area ha infine sottolineato che Nicosia è consapevole che “l’assenza di interconnettori per l’elettricità e il gas” è un problema, e per questo il ministero dell’Energia “sta promuovendo le necessarie infrastrutture per rimuovere l’isolamento di Cipro”.

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