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Allarme di Frontex: pericolo terrorismo tra i migranti da Tunisia e Algeria

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Se il direttore dell’agenzia europea Frontex, Fabrice Leggeri, dice al Parlamento europeo che la minaccia terroristica resta alta e che “dobbiamo essere certi che non vi siano attraversamenti delle frontiere dell’Ue non intercettati”, significa che sa più di quello che può dire. L’occasione è stata l’illustrazione della nuova missione Themis che ha sostituito Triton (anche se bisognerà aspettare almeno la fine di aprile per un primo bilancio) e Leggeri ha detto che i velivoli di Frontex hanno rilevato flussi di migranti non intercettati dall’Algeria e dalla Tunisia che sollevano preoccupazioni per la sicurezza europea.

L’aumento delle partenze dalla Tunisia è la novità più importante di questo 2018 insieme con il crollo delle partenze dalla Libia, da dove Frontex non si aspetta un nuovo aumento. Sulle rotte del Mediterraneo in questi primi mesi dell’anno sono stati intercettati migranti provenienti per il 71 per cento dalla Libia (l’anno scorso erano il 95) e per il 20 per cento dalla Tunisia, percentuale in netta crescita. I dati di Leggeri sono complessivi mentre quelli dettagliati per l’Italia, diffusi dal ministero dell’Interno, indicano al 27 marzo 6.161 arrivi (meno 71,9 rispetto all’anno scorso), di cui 4.399 dalla Libia (meno 79,2). I tunisini sono al secondo posto: ben 1.187, dopo i 1.551 eritrei e prima dei 363 nigeriani. Da segnalare 239 libici, mentre fino all’anno scorso non ce n’era nessuno. Leggeri ha confermato anche una crescita di sbarchi verso la Spagna, definitiva “vertiginosa”, tanto da rendere permanente la missione Indalo. Secondo il direttore di Frontex, inoltre, crescono le richieste d’asilo nei paesi europei nonostante il calo degli arrivi: la spiegazione può essere lo spostamento di persone tra paesi, la richiesta presentata da chi era già nell’Ue o un certo numero di ingressi irregolari non rilevati.

Non c’è dubbio, comunque, che l’attenzione sia rivolta a Tunisia e Algeria. Da quest’ultimo Paese negli ultimi mesi alcune centinaia di migranti sono arrivati in Sardegna, definiti “sbarchi fantasma” perché non i barconi non erano stati intercettati durante la navigazione. Anche per questo dall’inizio di febbraio l’Aeronautica militare ha messo a disposizione la base di Decimomannu, in provincia di Cagliari, per il rischieramento permanente di mezzi aerei della Guardia costiera dedicati alle attività di ricerca e soccorso.

Sul fronte dell’immigrazione, va segnalata la decisione del gip di Catania Nunzio Sarpietro che ha confermato il sequestro della nave dell’ong spagnola Proactiva Open Arms, ma solo per il reato di immigrazione clandestina facendo cadere l’accusa di associazione a delinquere. Gli atti sono stati trasferiti a Ragusa. Anche se Oscar Camps, il fondatore dell’ong, al Parlamento europeo ha ripetuto che si tratta di “una campagna di persecuzione e di criminalizzazione nei confronti delle ong che operano nel Mediterraneo”, il gip di Catania ha scritto nel provvedimento che gli indagati “hanno manifestato la precisa volontà di portare i migranti solo nel territorio dello Stato Italiano e, in particolare, in Sicilia”. Lo stesso comandante della Motonave Open Arms, “nonostante le indicazioni impartitegli, non ha voluto mai prendere contatti con le autorità maltesi in base a una sua autonoma considerazione, che invece occorreva verificare in concreto, circa la indisponibilità delle dette autorità ad accogliere i migranti”. “In realtà queste sue considerazioni e tutta la condotta degli inquisiti tradiscono la loro vera finalità che è quella di portare i migranti dalla Libia in Italia a ogni costo”.

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