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Ecco cosa vuole fare Forza Italia al governo (con Antonio Tajani). Parla Maria Stella Gelmini

“Il profilo di Antonio Tajani è di grande prestigio. Una persona che ha lavorato molto e che si è guadagnata sul campo una credibilità che fa bene anche all’Italia: la scelta di Silvio Berlusconi è quella giusta”. Parola di Maria Stella Gelmini – ex ministro della Pubblica istruzione ed esponente di Forza Italia di cui è coordinatrice in Lombardia – che alle elezioni di domenica è candidata per la Camera dei Deputati nei collegi di Brescia e Milano. “La decisione spetterà al Capo dello Stato al quale non mancano saggezza e responsabilità”, ha precisato Gelmini. Che – in questa conversazione con Formiche.net – ha fatto il punto della situazione sul quadro politico in casa centrodestra e non solo, a meno di 48 ore di distanza dall’apertura delle urne domenica mattina alle 8.

Gelmini, manca ormai pochissimo al voto di domenica. C’è chi dice che queste siano elezioni storiche destinate a chiudere definitivamente la Seconda Repubblica. Che ne pensa?

La Seconda Repubblica è finita da un pezzo. Oggi siamo in un sistema di fatto tripolare, con diverse forze in campo: il centrodestra, il Pd e il Movimento 5 Stelle. Dal momento che il Pd è in caduta libera, la partita resta aperta solo tra noi e i 5 Stelle. Noi lavoriamo per dare una guida al Paese e siamo convinti che il centrodestra a trazione moderata, a trazione Forza Italia, sia la risposta migliore che possiamo dare agli italiani.

Perché, a suo avviso, un italiano dovrebbe votare centrodestra? Che appello rivolge agli indecisi che, a quanto pare, sono ancora numerosi?

So che molti italiani sono delusi, sfiduciati, ma la soluzione non possono essere l’astensione o il voto di protesta a un movimento che, dove governa, sta dimostrando la propria incompetenza. Lo abbiamo visto anche con l’emergenza neve a Roma di questi giorni: una città paralizzata da dieci centimetri di neve, mentre la sindaca Raggi era a Città del Messico. Il centrodestra rappresenta l’unica alternativa credibile al fallimento della sinistra e all’inadeguatezza dei 5 Stelle. Come Forza Italia, proponiamo agli italiani un programma riformista, liberale, attento ai problemi sociali del nostro Paese. Proponiamo il coraggio di costruire e non di distruggere e siamo l’unica forza politica che può portare l’Italia fuori dalla crisi, restituire centralità al Paese in politica estera, sostenere le famiglie e dare certezze ai giovani che cercano un lavoro.

Parliamo del programma del centrodestra, a partire dalla Flat tax. Come funzionerà e che benefici, secondo voi, potrebbe portare alla nostra economia e alle tasche dei cittadini?

Nel nostro programma c’è la proposta di una profonda riforma del sistema fiscale con l’introduzione della Flat Tax, una tassa piatta al 23 per cento, e una No Tax Area di 12 mila euro. Questo vuol dire che chi ha un reddito inferiore a questa cifra, non pagherà un euro di tasse. I vantaggi della Flat Tax? In primis la semplicità, perché essendo un’unica aliquota ogni contribuente saprà esattamente quante imposte deve pagare. E poi l’efficienza, l’economicità e i benefici per i conti pubblici. Il nostro intento è esattamente il contrario di ciò che fa credere la sinistra, noi così tuteliamo anche i redditi più bassi. Il nostro obiettivo è pagare tutti per pagare meno. Certo, sarà necessario dare anche un taglio ai costi dello Stato e della burocrazia.

Tra le proposte di Forza Italia, ve ne sono anche alcune che vanno nella direzione di sostenere i più deboli considerato pure che la povertà assoluta è una realtà molto diffusa in Italia. Qual è in questo senso la principale delle misure che avete in mente?

La sinistra al governo del Paese in questi anni non ha saputo rispondere concretamente ai bisogni degli italiani, impoveriti da una crisi economica mai del tutto superata. Sono 4 milioni 750 milioni gli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato impressionante. Vogliamo contrastare quindi le nuove povertà con l’introduzione del Reddito di dignità: chi è sotto una certa soglia non solo non dovrà pagare le tasse ma lo Stato dovrà versargli la somma necessaria per arrivare ai livelli di dignità garantita dall’Istat. Una misura simile al reddito di autonomia che Regione Lombardia, per esempio, ha introdotto in questi anni.

Sulle pensioni invece?

Quando eravamo al governo, abbiamo innalzato le pensioni a un milione di vecchie lire. Per questo siamo credibili quando il presidente Berlusconi propone pensioni minime a mille euro. Tuttavia, non possiamo dimenticare che, a tutte le persone va comunque riconosciuto il lavoro svolto. Cosa diversa da chi non è mai stato impiegato.

A questo proposito è sicura sia possibile reperire le coperture necessarie a sostenere questi interventi? C’è chi dice si tratti di promesse irrealizzabili…

Una cosa è certa: la politica dei bonus e delle mance deve finire per dare soluzioni strutturali alle esigenze degli italiani. Abbiamo lavorato sodo sul programma e sappiamo che razionalizzare la spesa pubblica, anche a livello locale, è necessario. Abbiamo visto che gli sgravi fiscali costano 175 miliardi, mentre la Flat Tax ne costa solo 50: questo vuol dire che le coperture ci sono.

Sempre in tema fiscale cos’altro proponete?

Proponiamo l’abolizione dell’Imu su impianti e beni strumentali e dello spesometro per imprese e professionisti. No anche agli studi di settore, che hanno messo in ginocchio professionisti e artigiani..

Di recente – nel parlare di cultura – ha dichiarato: “Non appartiene alla sinistra”. Un’affermazione,  per così dire, di principio oppure avete proposte in merito?

La sinistra, più che occuparsi di cultura, ha occupato la cultura. Stiamo parlando di un settore che è stato spesso considerato uno strumento di potere, piuttosto che un patrimonio del nostro Paese. Come Forza Italia proponiamo la defiscalizzazione totale per chi investe in cultura, l’abolizione dell’Imu sugli immobili utilizzati per fare spettacolo e l’abbassamento dell’Iva al 4% sull’arte contemporanea. Perché valorizzare il nostro patrimonio artistico culturale vuol dire ossigeno al turismo e alla crescita.

Qual è la posizione del centrodestra su moneta unica ed Europa? Si riuscirà a trovare una sintesi tra Forza Italia – che fa parte del Ppe – e l’euroscetticismo di alcuni dei vostri alleati, Lega in testa?

L’euro è la nostra moneta e non credo ci siano dubbi su questo. I trattati europei vanno riscritti perché l’Europa dei burocrati deve cedere il passo ai bisogni reali dei cittadini e alla forza economica del nostro continente. Chi in questi anni ha salvato l’euro è stato Mario Draghi – proposto da Berlusconi alla guida della Bce – che con il programma “Quantitative easing” ha posto le basi per superare la più grave crisi finanziaria avuta finora.

Lei è candidata in Lombardia, a Milano e Brescia. Quale pensa siano le priorità di questi territori e come cercherà di agire in tal senso a livello parlamentare se dovesse venire eletta?

Il modello della regione Lombardia ci ha dato molto: sussidiarietà, un sistema sanitario d’avanguardia, attenzione ai corpi intermedi e sviluppo. Milano è una grande e dinamica metropoli che ha bisogno di un governo più attento alle sue necessità e la vicenda Ema la dice lunga. A Brescia l’emergenza sicurezza va affrontata in modo fermo: la città non può diventare un grande campo di accoglienza per migranti. Ma tra le priorità del territorio bresciano c’è anche il sostegno alle infrastrutture – unitamente a una pressione fiscale sostenibile e a una semplificazione amministrativa – per costruire un vero piano industriale che serva alle imprese e al mondo produttivo.

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