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Guerra commerciale? Meglio la cooperazione. Le ultime mosse dell’Italia negli Stati Uniti

Innovazione e cooperazione nel settore militare ed industriale. La proiezione italiana negli Stati Uniti ha radici profonde che non vanno mai date per scontate e che invece necessitano di restare sempre vive. Gli Usa sono infatti un insieme di 50 differenti Stati e non puoi comprenderli senza contemperare la dimensione federale di Washington DC e il policentrismo americano. Lo sa bene la rappresentanza italiana che presidia la capitale senza dimenticare realtà quali il Texas.

È questo il contesto che consente di apprezzare la missione dell’ambasciatore Armando Varricchio nelle città di Dallas, Wichita Falls e Austin. Difesa ed aerospazio sono aree di particolare interesse nel rapporto di cooperazione tra Italia e Stati Uniti. Se a Dallas, il nostro massimo rappresentante diplomatico è stato ospite d’eccezione in un meeting organizzato al World Affairs Council di Fort Worth (città che ospita il più grande stabilimento di Lockheed Martin), particolarmente significativo è stato l’incontro con Doug Parker, Ceo di American Airlines, compagnia aerea che collega gli Usa all’Italia con voli diretti da diverse città, inclusa Dallas. A Wichita Falls, accompagnato dall’addetto militare, il generale Luca Goretti, l’ambasciatore ha quindi visitato la base Sheppard dell’aeronautica dove ha salutato il contingente di piloti italiani che partecipa al programma Euro-Nato Joint Jet Pilot Training Program. Una buona occasione, anche solo simbolica, per ricordare le virtù dell’addestratore italiano prodotto da Leonardo e che concorre nella gara indetta dal Pentagono.

Non solo difesa ovviamente nei cinque giorni trascorsi in Texas. Ad Austin, Varricchio ha visitato lo stand italiano alla fiera SXSW, una delle manifestazioni più seguite negli Usa, dedicata al mondo della musica, del cinema e delle start-up. Il contesto ideale per rimarcare la vastità e la poliedricità della cooperazione con gli Stati Uniti. “La cooperazione in ambito militare e di sicurezza, quella nel settore culturale ed i strettissimi legami economici, testimoniati anche dalla presenza di società e startup italiane alla fiera SXSW di Austin, sono – ha spiegato l’ambasciatore – i pilastri di un rapporto solido, vivace ed in continua crescita”.

Una risposta positiva insomma agli echi di una guerra commerciale la cui ombra tende a stagliarsi nelle relazioni fra Washington e Bruxelles. La posizione italiana è non a caso assai prudente e, come confermato anche da quest’ultima visita in Texas, la diplomazia italiana scommette sulla cooperazione politica, militare ed anche commerciale, puntando sulle nuove tecnologie e sugli investimenti in start-up. Se la competizione globale si fa più dura, il posto dell’Italia (e dell’Europa) non può che essere accanto agli Stati Uniti e non in contrapposizione. Di questi tempi, e con questa presidenza americana, non potrebbe essere più lungimirante il nostro posizionamento. E l’accoglienza del Texas ne è una incoraggiante conferma.



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