“Ora sarà interessante vedere se nascerà un nuovo bipolarismo dove comandano le estreme, e allora al centro si apre lo spazio per un’importante area macroniana. Oppure se il nuovo bipolarismo terrà dentro anche le posizioni più moderate, come è accaduto dal 1994 in avanti”. A Palazzo Madama è appena terminato il voto che ha portato all’elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati alla presidenza del Senato e Gaetano Quagliariello, ex forzista rieletto nell’area del centrodestra, ragiona sugli eventi delle ultime ore.
Senatore, il centrodestra ha rischiato di saltare per aria…
Berlusconi e Salvini sono riusciti in extremis a tenere unita la coalizione. Il leader leghista, con la mossa sulla Bernini, ha tirato la corda senza spezzarla. Per il futuro, però, gli consiglio maggiore prudenza. In politica ci sono alcune regole che valgono dai tempi di Aristotele. Di certo ha dimostrato coraggio e una buona dose di spregiudicatezza.
Chi è il vincitore di questo passaggio?
Sicuramente Luigi Di Maio è riuscito a ottenere quello che voleva. Poteva riuscirgli con il Pd o con il centrodestra, gli eventi hanno portato a propendere per il secondo, grazie a un asse ben congegnato con Salvini. D’altronde sono loro due i vincitori di queste elezioni. In queste settimane si sono parlati e confrontati a lungo. Il risultato è stato, per loro, positivo.
Alla fine Salvini è riuscito a tenere dentro anche Berlusconi…
Il leader della Lega ha costruito una forza di destra lepenista all’italiana, che però non può essere autosufficiente ma ha bisogno di allearsi con una forza più moderata. Lega e Forza Italia in tal senso hanno dimostrato di essere complementari. Dall’altra parte, invece, il Movimento 5 Stelle ha lanciato un’opa ostile nei confronti del Pd che andrà avanti anche nei prossimi mesi.
Ora si prefigura un governo a trazione Lega-M5S?
L’accordo sulle Camere può essere prodromico anche per la costruzione di una maggioranza di governo. Un’alleanza dove Berlusconi ha scelto di esserci e di giocare la sua partita, anche perché far saltare il centrodestra sarebbe stata una mossa avventata che avrebbe prodotto solo danni. Sarà interessante vedere come andranno avanti e che tipo di squadra verrà messa in campo.
Chi sarà il premier?
Lasciamo perdere, perché di solito le previsioni le sbaglio. Noto però una certa maturità da parte del M5S. Di Maio e Grillo hanno capito che vincere le elezioni serve per esercitare il potere. Prendere tanti voti per poi tenerli in freezer è inutile. I voti si prendono per farli fruttare e per tentare di realizzare i tuoi obbiettivi politici.
Governo di lunga durata?
Non si possono fare previsioni. Ma se un governo parte, non sarà solo per rifare la legge elettorale. Se le premesse sono buone, sarà un esecutivo che può durare.
Sarà difficile tenere unito il partito del Nord (Lega) e chi ha fatto il pieno al Sud (M5S)?
Il partito di Salvini ormai ragiona in termini nazionali e non è andato male nel Mezzogiorno. Il successo del M5S nelle regioni meridionali dimostra che non c’è più un voto clientelare, ma che da quell’area del Paese si è alzata un’invocazione di soccorso verso lo Stato centrale. Il Sud è stato dimenticato da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni ed è ora di invertire la rotta.