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Perché il Pd non sarà all’Aventino, ma responsabilmente in Parlamento. Parola di Margiotta

di maio, Pd partito democratico

Malumori interni, opposizione responsabile, la tentazione dell’Aventino e i richiami alla responsabilità che provengono dal Quirinale. Il Pd vive una fase post-elezioni complicata almeno quanto la stessa campagna elettorale. Per capire di più sul ruolo che intende giocare nella partita per il governo il secondo partito italiano, Formiche.net ha interpellato il senatore Salvatore Margiotta, rieletto in Basilicata nelle file del Partito Democratico e presente a Menabò, l’evento organizzato da Formiche in cui si sono delineati i tratti salienti della nuova stagione istituzionale.

Senatore Margiotta, rimbalza oggi sui giornali la notizia del via libera di Berlusconi a un accordo di governo con i 5 stelle, che ne pensa?

Guardi, questa notizia oggi la riporta solo Repubblica, che già da qualche giorno insiste su questo tasto. La settimana scorsa diceva che era pronto l’accordo Di Maio-Salvini per andare immediatamente alle elezioni, adesso dice che è pronto l’accordo con Berlusconi.

Pensa sia un’eventualità da scongiurare quella di un accordo tra Berlusconi, Lega e 5stelle? Uno scenario da incubo, come qualcuno l’ha definito?

No guardi, nessun incubo perché noi del Pd abbiamo deciso di andare all’opposizione: Quindi mi permetto di dire che qualsiasi governo venga fuori da questo voto non mi pare farà dormire sonni tranquilli però è legittimo che lo facciano. Mi viene da sorridere pensando a Berlusconi insieme a Di Maio e Grillo con la benedizione di Travaglio. Di organismi geneticamente modificati ne abbiamo visti anche di altra natura ma certo questo sarebbe uno di quelli più clamorosi. Berlusconi e Salvini vogliono la flat tax, i 5 stelle il reddito di cittadinanza, la Lega vuole anche l’abolizione della legge Fornero. Non ci vuole un grande economista per dire che sono tre provvedimenti, secondo me ciascuno sostanzialmente impossibile, ma tutti insieme certamente fuori dalla grazia di Dio. Manca proprio la conciliabilità delle proposte programmatiche.

Ma quindi un governo del genere si farà o no?

Secondo me no, però qui siamo a livello di pronostici da partita di calcio, si fanno per essere smentiti. Io non vedo un centrodestra unito insieme ai 5 stelle, il timore che posso avere è quello di un governo tra grillini e Lega.

Senza la stampella di Berlusconi quindi…

Con Berlusconi fuori se non addirittura all’opposizione.

Secondo lei dal Quirinale darebbero mai il via libera a un governo di questo genere?

Se loro avessero l’accordo, Mattarella non potrebbe che dare l’incarico. Se ci sono i numeri parlamentari per un governo non ci può essere alcun motivo per non dare l’incarico.

Un’immagine ricorrente di questi giorni è quella di un Pd a cavallo tra due colli, il Quirinale e l’Aventino. Da una parte il richiamo alla responsabilità e dall’altro la tentazione di mettersi a osservare Roma che brucia per poi rifarsi alle prossime elezioni.

Guardi, io francamente non voglio stare su nessuno di questi due colli. L’opposizione è una cosa, l’Aventino è un’altra. Noi non abbiamo parlato di Aventino, abbiamo detto che staremo all’opposizione, così come non abbiamo detto che siamo irresponsabili. Non vogliamo partecipare al governo ma siamo responsabili, tra i due colli scegliamo il terzo, quello del Parlamento.

Su un programma chiaro, fatto di poche misure non rimandabili, come ad esempio quelle per non far scattare l’aumento dell’Iva, tenere fede agli impegni europei e cambiare la legge elettorale, si potrebbe trovare una convergenza ampia che includa anche il PDd?

Questo non lo so, è presto per dirlo. Per ora mi pare assai complicato.

 

 


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