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Modelli predittivi per la difesa? Il futuro è nella ricerca made in Italy

Prende il via il progetto di ricerca Pythia, la prima proposta finanziata dall’Unione europea nell’ambito della Preparatory action per la ricerca nella difesa. Il programma, avviato nei giorni scorsi presso la sede dell’Agenzia europea per la difesa (Eda) da suo direttore Jorge Domecq, è diretto a supportare la ricerca e la tecnologia nel settore, con l’obiettivo di definire, tramite un approccio previsionale, le strategie di sviluppo tecnologico per il prossimo futuro della difesa comune.

I SOGGETTI PARTECIPANTI

Pythia sta infatti per “Predictive methodology for Technology intelligence analysis” e risponde al bando intitolato Strategic Technology Foresight. “Si tratta di un chiaro riconoscimento, da parte dell’Eda e delle istituzioni europee, del livello di eccellenza della ricerca italiana in materia di difesa”, ha spiegato Alessandro Zanasi, presidente di Zanasi & Partners, azienda ideatrice del progetto ed a cui è stata affidata la direzione tecnico-scientifica dello stesso. Su otto organizzazioni partecipanti, ben quattro sono italiane o filiali estere di gruppi italiani. Con il supporto del ministero della Difesa italiano, partecipano anche il Gruppo Engineering e la Fondazione Icsa. A guidare il progetto sarà Z&P, società di ricerca e consulenza in materia di sicurezza e difesa che annovera, tra le proprie competenze, big data analyticscyber-securitysocial media monitoringrisk assessment, e uso strategico delle tecnologie. Attiva in Europa, Medio Oriente e nord Africa, la società italiana vanta tra i suoi clienti la Commissione europea, l’Agenzia spaziale europea (Esa), l’Enisa, Frontex, il Cira, diversi ministeri e agenzie governative di Paesi europei, mediorientali e nordafricani.

IL PROGRAMMA

La proposta Pythia si basa su tre idee principali. Primo, la difficoltà di effettuare previsioni tecnologiche poiché è estremamente difficile rintracciare tutte le tracce lasciate dalle attività di ricerca e sviluppo, dalle quali poi dedurre i trend che rendono possibile prevedere le future tecnologie. Secondo, la difficoltà di stabilire la correttezza di una previsione se non vengono utilizzati numeri per valutare le opinioni dei forecaster e se il loro successo non è misurato attraverso numeri. Terzo, infine, la difficoltà di sfuggire ai bias cognitivi che impediscono ai forecaster, anche nel caso di esperti ben preparati, di elaborare risposte razionali.

Per superare queste tre problematiche, la metodologia del progetto si appoggia ad altrettanti elementi. Primo, strumenti di Big Data analytics per recuperare, sintetizzare, fondere ampi volumi di dati numerici e testuali al fine di individuare trend nascosti. Secondo, i più rilevanti avanzamenti nel settore della psicologia, a partire dall’opera seminale di Kahneman (vincitore del Premio Nobel nel 2002). Terzo, le più recenti innovazioni per quanto riguarda i comportamenti previsionali. La proposta Pythia prevede infine anche una valutazione dell’impatto delle future tecnologie sulla difesa nazionale ed europea, investigandone l’impatto a diversi livelli strategici.

In foto, da sinistra: Alessandro Zanasi (Z&P), il generale Stefano Panato (Fondazione ICSA), e Jorge Domecq (direttore dell’Esa)


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