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Il Russiagate ottiene la prima condanna. E Trump non è incriminato

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Condannato a trenta giorni di carcere dalla giustizia americana per aver mentito all’Fbisui rapporti tra l’ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, Paul Manafort, e persone ritenute vicine all’intelligence del Cremlino. Arriva così la prima vera condanna comminata nell’ambito della complessa vicenda che prende il nome di Russiagate. All’avvocato olandese Alex van der Zwaan è stata anche comminata una sanzione pecuniaria del valore di ventimila dollari per la falsa testimonianza e le omissioni di cui si sarebbe macchiato nell’ambito delle indagini portate avanti dal procuratore speciale Robert Mueller.

In base a quanto segnalato dalla ABC News, van der Zwaan si sarebbe detto pentito della propria condotta e avrebbe ammesso gli errori compiuti prima dell’arrivo della sentenza. L’avvocato, inserito in un prestigioso studio newyorkese, sarebbe tra l’altro genero di un oligarca russo.

Secondo le ricostruzioni accusatorie, van der Zwaan avrebbe taciuto sui poco chiari affari in Ucraina di Paul Manafort – per i quali l’ex capo della campagna elettorale di Trump risulta incriminato – e del suo vice, Rick Gates, anch’egli coinvolto nella vicenda.

Sulla base delle informazioni raccolte, non vi sarebbe dunque alcun coinvolgimento diretto o legame immediato tra la condanna all’avvocato olandese ed il presidente degli Stati Uniti o i suoi familiari, nonché più stretti collaboratori. Si tratterebbe, piuttosto, di un tassello ulteriore nella ricostruzione di quel contesto di relazioni e network nel quale si sarebbero mosse anche persone ritenute vicine all’intelligence russa, che avrebbero potuto influenzare l’andamento della campagna presidenziale del 2016.

Non risultano al momento connessioni tra i fatti per i quali è stata formulata la condanna a van der Zwaan e gli altri filoni d’indagine che portano a personaggi eccellenti come Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, e l’ex ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislyak.

Nonostante ciò, non è possibile escludere evoluzioni che colleghino la pista ucraina con il network vicino al team di Trump che ha agito a Washington nei mesi delle presidenziali.

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