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Sui dazi l’Europa si tenga pronta e stia all’erta. Parola di Quinteri (Sace)

export

Si dice spesso che l’export sia la ciambella di salvataggio dell’Italia. E in effetti lo è visto che spesso e volentieri il made in Italy è più apprezzato all’estero che in patria. Eppure c’è un settore che soffre più del dovuto, quello dei servizi che rappresenta la spina dorsale del settore terziario. Se poi ci si mette di mezzo anche la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con il serio rischio di coinvolgere anche l’Europa e dunque l’Italia, allora tutto lo scenario si fa decisamente più cupo.

Il messaggio è arrivato ieri pomeriggio dalla Sace, dove è stato presentato il quarto rapporto del Centro Europa ricerche, dedicato proprio ai servizi. Un dibattito moderato dal presidente della società del gruppo Cdp, Beniamino Quintieri, che ha espresso ai cronisti che gli chiedevano un suo punto di vista sul potenziale impatto dei dazi incrociati tra Cina e Usa (ma il presidente Xi Jinping ha da poco annunciato un allentamento della stretta sulle importazioni di auto) sull’export italiano.

“Le previsioni per il 2018 sono ancora di crescita per le esportazioni mondiali e le esportazioni italiane”, ha premesso Quintieri. Il quale si è poi armato di un certo realismo, ammettendo che sì, quest’anno sarà più dura. “Certo sarà difficile ripetere la performance del 2017, con una crescita dell’export nazionale del 7,4%: i primi mesi del 2018 sono positivi, ma presumo che gli effetti di un quadro più complesso si potrebbero manifestare dal prossimo anno”. Ovvero quanto i dazi sui beni importati ed esportati inizieranno a farsi sentire sulla bilancia commerciale.

Ma non c’è da sbilanciarsi troppo, perché da qualunque punto la si voglia vedere la questione dei dazi è in evoluzione. “In ogni caso, prevedere le possibili conseguenze di un aumento dei dazi  è una valutazione complessa che si potrà fare solo quando si avrà in quadro completo delle misure”, ha aggiunto Quintieri. “Il sistema di dazi  può cambiare le convenienze e, se l’Europa ne resterà fuori, potrebbe paradossalmente anche trarne vantaggio, anche se è molto difficile. Probabilmente verrà colpita anche l’Europa”. Come a dire, meglio tenersi pronti.

Stefano Manzocchi, direttore del Dipartimento di Economia e Finanza Luiss Guido Carli, ha invece posto l’accento sulla condizione del terziario italiano in cui, si legge nel rapporto del Cer, “la posizione italiana è molto debole con la quota di esportazione dei servizi che ha intrapreso nel tempo una tendenza declinante”. Secondo Manzocchi la colpa va ricercata nell’incapacità delle imprese di “mostrarsi abili nel vendere i servizi all’estero. Noto che questa tendenza è più accentuata al Meridione, dove le aziende non sembrano ad oggi in grado di sfruttare i canali i network commerciali in grado di proiettarle all’estero. Posso dire che questo accade molto meno al Nord Italia”.

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