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Il futuro dell’Europa è in mano al Pd (con il Movimento 5 Stelle). Parola di Jeffrey D. Sachs

di maio, Pd partito democratico

La formazione del governo italiano, in un contesto europeo in cui il nazionalismo anti-Unione si fa sempre più strada, potrebbe giocare un ruolo chiave nel determinare la sopravvivenza dell’Unione europea. Ago della bilancia sarebbe il Partito democratico, che ha la possibilità di aprire al dialogo con il Movimento 5 Stelle (uscito vincitore dalle elezioni del 4 marzo, ma non in grado di governare) per orientare l’Italia e l’Europa in una direzione pro-Ue, e allontanando lo spauracchio delle forze anti europee, come la Lega. A sostenerlo Jeffrey D. Sachs, tra i pensatori più influenti sui temi dello sviluppo sostenibile ascoltato anche da papa Francesco, dalle pagine del sito Project Syndacate, in cui l’economista spiega il ruolo chave del Pd nel futuro dell’Europa.

“Più che mai – si legge nell’analisi di Sachs -, l’Unione europea ha bisogno di unità per affermare i suoi valori e i suoi interessi in un’epoca in cui la leadership globale degli Stati Uniti è sull’orlo del collasso, la Cina è in ascesa e la Russia oscilla ancora una volta tra cooperazione e confronto con l’Ue”. L’Europa, spiega l’economista, deve ritrovare coesione per riuscire a far fronte a tale contesto, e il ruolo dell’Italia è fondamentale.

“Il ruolo centrale dell’Italia deriva dalla sua posizione nella divisione geografica tra la prosperità del Nord Europa e la crisi del Sud Europa – spiega Sachs -, e la divisione intellettuale ed emotiva tra un’Europa aperta e un’Europa intrappolata di nuovo dal nazionalismo, dal pregiudizio e dalla paura”. Una divisione politica presente anche in Italia, fotografata dall’esito delle elezioni del 4 marzo che hanno visto l’ascesa del Movimento 5 Stelle con un “sorprendente” 33% di consensi, seguito dal 19% del Partito democratico e dal 17% della Lega. La tendenza, spiega Sachs, in Italia come in Europa, è quella dell’ascesa dei partiti anti establishment e anti-Europa, come la Lega e il Movimento 5 Stelle, che i partititradizionali non sono riusciti ad arginare.

“La posta in gioco in Italia è alta – sottolinea Sachs -. Con l’Europa politicamente e geograficamente divisa, la politica italiana potrebbe far pendere la bilancia” verso una svolta pro-Europa. “Un’Italia pro-Ue governata da una coalizione M5S-Democratici potrebbe unirsi a Francia e Germania per riformare l’Ue, riacquistare una chiara voce di politica estera per l’Ue nei confronti di Stati Uniti, Russia e Cina e attuare una strategia per una crescita verde basata sull’innovazione”.

Perché ciò sia possibile, prosegue l’economista, il Movimento 5 Stelle “dovrebbe adottare un programma economico responsabile e chiaramente definito, e i democratici dovrebbero accettare di essere il partner minore” nell’alleanza di governo. La chiave “per la fiducia reciproca”, suggerisce Sachs, “sarebbe che i democratici tenessero il ministero delle finanze, mentre M5S nominasse il primo ministro”.

L’importanza di questo accordo per il futuro dell’Europa, conclude l’economista, è evidente se si ricorda la visita dell’ex consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Stephen Bannon, prima delle elezioni. Bannon, ricorda Sachs, si era “precipitato in Italia per incoraggiare M5S e Lega a formare una coalizione che ha definito il ‘sogno finale’, perché avrebbe rotto l’Unione europea”. “Questo – conclude l’economista – di per sé dovrebbe ricordare agli italiani l’importanza di una coalizione filoeuropea che respinga questi miseri incubi”.

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