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Kim incontra Moon. Il peso strategico dei dettagli a poche ore dal vertice

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Il presidente satripo nordcoreano Kim Jong-un arriverà direttamente il 27 aprile, domani, a Panmunjom, dove si trova – lungo la fascia demilitarizzate che segna la spaccatura nord-sud della penisola coreana – il luogo di un incontro che può essere cruciale per la stabilità della regione pacifica. Kim vedrà là, nella Casa della pace, luogo di delicati contatti che per anni hanno contraddistinto i rapporti intra-coreani, il suo omologo sudcoreano Moon Jae-in.

È stato quest’ultimo a organizzare il vertice, seguendo la volontà di dialogo – e quella di spostare la soluzione del dossier all’interno degli affari tra le due Coree – più volte ripetuta già ai tempi della campagna elettorale. La mossa di Moon ha spiazzato anche i partner: l’America di Donald Trump ha dovuto correre per recuperare terreno diplomatico, organizzando rapidamente un proprio vertice diretto. E lo stesso ha fatto la Cina: convocato di gran fretta, Kim è corso in treno a Pechino per incontri di altissimo profilo (c’era il super presidente Xi Jinping), perché i cinesi vogliono mantenere la presa sul dossier.

Trump e Kim, grazie alle mosse di Moon, si incontreranno prossimamente, con ogni probabilità a maggio, ma c’è ancora un alone di mistero sul delicatissimo meeting (che si terrà forse a Singapore) visto che fino a pochi mesi fa i due erano protagonisti di un scabroso scontro retorico dai toni bellicosi, ma anche per la sua complessità strategica – se Trump riuscisse a cucire un qualche genere di deal con il nordcoreano potrebbe scavalcare la Cina sulla soluzione della crisi.

Kim in questi giorni è stato molto impegnato nel mostrare il suo interessamento su una bega cinese: in un brutto incidente stradale sono rimasti uccisi 32 turisti cinesi che stavano visitando la Corea del Nord. Il presidente ha personalmente portato un messaggio di commiato all’ambasciata cinese a Pyongyang e poi si è recato di persona “a prestare conforto” (così scrive la stampa del regime) alle vittime sopravvissute.

La foto di Kim col camice da medico campeggia sulle prime pagine dei giornali sudcoreani, che la usano sia per addolcire l’immagine del leader-atomico in vista dell’incontro, sia per darne una ricostruzione critica che più o meno dice: Kim non vuole correre il rischio che l’incontro intra-coreano possa indispettire la Cina, e per questo si mostra compassionevole sull’incidente stradale che ha coinvolto i cinesi.

Intanto Seul sta curando ogni minimo dettaglio del vertice con Kim. A cominciare dal menù, dato che il nordcoreano è un raffinato gourmet. Piatti simbolici, come spiega Guido Santevecchi, corrispondente dalla Cina del Corsera che in questi giorni è inviato a Seul per raccogliere le informazioni sull’incontro direttamente dalla sala stampa internazionale organizzata dal Palazzo Blu.

Spiega Santevecchi: “Antipasto di rösti, le patate cotte alla svizzera per ricordare i tempi in cui Kim ragazzo studiò in un collegio a Berna (circostanza mai confermata da Pyongyang, il giovanotto era iscritto sotto falso nome, secondo l’intelligence occidentale). Poi pesce Sampietro, pescato a Busan dove Moon Jae-in ha trascorso l’infanzia; e ancora i naengmyeon, gli spaghetti della tradizione nordcoreana serviti in brodo freddo di carne. Per preparare questa delicatezza è in arrivo a Panmunjom da Pyongyang lo chef dell’Okryu Gwan, il più rinomato ristorante nordista, maestro nell’impasto e nel taglio dei noodles. I due leader berranno vino di azalee e per i brindisi sarà servito il munbaeju, liquore a 40 gradi di alcol che è originario del Nord, ma ora è prodotto al Sud”.

Già da giorni i funzionari delle due Coree si stanno vedendo a Panmunjom per fare le prove generali dell’incontro: grande attenzione al protocollo, perché in Asia tutto è un simbolo e tutto ha un significato, figurarsi in situazioni come questa (i media locali scrivono che il meeting ha un’agenda dettata minuto per minuto: tra i simboli, la stretta di mano tra i due leader sarà esattamente a cavallo della linea gialla che separa la penisola).

Massimo risalto alle luci che inquadreranno i due presidenti, e ovviamente alle telecamere in una par condicio di rilevanza che altrimenti potrebbe creare un incidente diplomatico.

Altri dettagli da Giulia Pompili, che per il Foglio analizza la regione asiatica: “La moquette blu (come l’immagine della Corea unita) e un quadro del monte Geumgangsan dell’artista sudcoreano Shin Jang-sik (una montagna in territorio nordcoreano che si vede anche dal Sud) completano lo sfondo”.

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