Secondo il German Marshall Fund di Washington, uno dei think tank più attenti ai rapporti tra Germania e Usa, l’imminente visita della cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha un significato particolare per l’Europa e la circostanza che vede l’incontro con Donald Trump seguire di poche ore il meeting alla Casa Bianca con il premier francese, Emmanuel Macron, rafforza il senso di un dialogo sempre più serrato e attento sulle relazioni tra il Vecchio continente e gli Stati Uniti.
Il rapporto personale tra Trump e Merkel è certamente più freddo e “tecnico” di quello che si sarebbe instaurato con il capo dell’Eliseo. Non necessariamente, però, Germania e Francia si muovono su un piano di competizione sotto il punto di vista degli argomenti nelle rispetteve agende di politica internazionale. I punti di dialogo per Berlino e Parigi seguirebbero, infatti, una linea abbastanza simile se si riflette sui temi di maggiore interesse per le capitali europee, tra le quali andrebbe annoverata anche Roma.
Sotto questo punto di vista, sia per Macron che per Merkel nel dialogo con Washington si lavora per un riposizionamento della Casa Bianca sul tema dei dazi all’importazione di acciaio e alluminio e – più in generale – su una riapertura da parte Usa al tema dei rapporti economici e commerciali con il vecchio continente. Per ora Donald Trump ha preso tempo, sospendendo l’efficacia dei provvedimenti restrittivi fino al primo maggio, in attesa di un confronto più attento con la controparte europea.
Allo stesso modo, i due leader chiedono a Trump di rivedere la posizione oltranzista nei confronti del deal sul nucleare con l’Iran, un risultato per cui l’Europa si è spesa parecchio e che sarebbe seriamente messo in discussione dalla politica di netta chiusura nei confronti di Teheran alimentata dal capo della Casa Bianca e dai suoi più stretti collaboratori.
Sebbene non sia possibile speculare sulle probabilità di successo delle due visite che si susseguono in queste ore, è invece opportuno ragionare sul modo in cui va ridefinendosi il canale attraverso cui l’Europa si interfaccia con gli Usa, in una relazione in cui alcuni Paesi cercano di accrescere il proprio peso specifico, altri possono fare leva sulla loro centralità nell’Unione, ed altri– come l’Italia – che ancora non assumono un ruolo chiaro in una partita che diventa di giorno in giorno più strategica.
Gli incontri di queste ore alla Casa Bianca non sono inquadrabili nel novero delle visite istituzionali. Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno riempito le proprie agende con temi essenziali per il futuro dell’Euorpa. L’incertezza ed il silenzio che traspare da parte dell’Italia, che vive una fase di profonda transizione politica, rischia dunque di indebolire un rapporto storico, il cui valore è fondamentale tanto per Washington quanto per Roma. I dossier su cui si concentrano le relazioni transatlantiche interessano anche per l’Italia ed è fondamentale che il nostro Paese sia nelle condizioni di esprimere una linea chiara nei confronti dei partner europei e sull’asse con Washington. L’Europa e gli Stati Uniti hanno bisogno di un nostro contributo forte e deciso, così come noi italiani non possiamo correre il rischio di essere messi da parte in un’attesa estenuante e controproducente.