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Un mandato esplorativo per aprire la “fase due”

Il mandato esplorativo al Presidente del Senato Casellati è una scelta meno ovvia di quanto potrebbe apparire a uno sguardo superficiale e lo si capisce dalle parole utilizzate dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Zampetti nella sua sintetica comunicazione pubblica di stamattina.

Il Capo dello Stato infatti sceglie la seconda carica dello Stato per questo compito (facendo cioè la mossa più scontata), ma lo fa con due indicazioni “politiche” di assoluta rilevanza, che ne mutano quindi la fisionomia.

Mattarella infratti circoscrive il perimetro dell’esplorazione alle residue (e scarse, in verità) possibilità di formare un governo in accordo tra centrodestra e M5S e vi aggiunge una indicazione temporale per “l’esploratrice”, chiedendole di riferire entro venerdì.

Proviamo allora ad uscire dall’ufficialità (e dalle felpate abitudini quirinalizie) per tradurre il massaggio che manda a tutti il Capo dello Stato, messaggio sintetizzabile in due punti: al Colle nessuno crede più in un governo sull’asse SalviniDi Maio (con Berlusconi a bordo in modo ufficiale) e, per giunta, si ritiene ormai un po’ stucchevole questo dibattito, che ha avuto nella surreale giornata di domenica al Vinitaly il suo “climax”.

Ecco allora il compito affidato al presidente Casellati: certificare ufficialmente che si debbono battere nuove strade e che occorre farlo in fretta, poiché di tempo se n’è già perso un bel po’. Proviamo allora a guardare avanti, per vedere cosa può ragionevolmente accadere.

Venerdì Casellati metterà un punto su questa storia, poi arriveranno le elezioni del Molise domenica. Ci ritroveremo quindi all’inizio della prossima settimana a cercare “nuove” soluzioni, che però dovranno attendere anche il voto del Friuli (domenica 29 aprile) per venire compiutamente alla luce.

Sarà il centrodestra in grado di proporsi per un governo autonomo grazie a un gruppo di “responsabili” nel frattempo nato in Parlamento (prevalentemente con eletti grillini delle regioni del Sud)?

O sarà il M5S capace di aprire un confronto serio con il Pd, preso atto del fatto che l’apertura del segretario reggente Martina è sincera (e lo è, anche perché sarebbe insensato pensare il contrario)?

Queste sono le due ipotesi in campo davvero, modellate su un “bipolarismo” di nuovo conio che si va facendo strada a prescindere dalla legge elettorale.

Un’ultima osservazione sui due vincitori delle elezioni di marzo. Ad oggi va detto con chiarezza che Salvini arriva a questa “fase due” meglio di Di Maio, poiché quest’ultimo si è un po’ “consumato” nella sua sequenza di no. L’applauso spontaneo di ieri sera nello studio di Giovanni Floris lo ha testimoniato, finendo anche per sorprendere lo stesso conduttore della trasmissione.

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