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Tutte le novità contenute nel “Pacchetto sull’Economia Circolare”

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Per quanto riguarda gli imballaggi il 65% dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030: Vengono inoltre fissati obiettivi distinti per materiali di imballaggi, come carta e cartone, plastica, vetro, metalli e legno.Sono queste alcune delle novità contenute nel cosiddetto “Pacchetto sull’Economia Circolare”, approvato dal Parlamento Europeo in maniera definitiva lo scorso 18 aprile. Si tratta di quattro nuove direttive sui rifiuti, sulle discariche, sugli imballaggi e sui veicoli fuori uso.

La relatrice del Pacchetto, l’italiana Simona Bonafè (Pd) ha sottolineato l’importanza che rivestono le quattro direttive, dopo tre anni di lavoro congiunto tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio. “Con il voto a larghissima maggioranza del Parlamento – ha detto la Bonafè – abbiamo norme europee chiare e ambiziose che segnano la strada da percorrere nei prossimi 15 anni per uno sviluppo industriale sostenibile e competitivo ed una gestione dei rifiuti finalmente efficace. Adesso inizia in Italia il lavoro per dare applicazione a queste norme. Dobbiamo lavorare tutti insieme affinché il nostro Paese dia corpo alle potenzialità che già esprime e sostenga i territori che sono indietro nel mettere in campo le azioni e gli investimenti necessari per agganciare le opportunità dell’economia circolare”.

Secondo Eurostat, nel 2014 nei Paesi dell’Unione Europea sono stati prodotti 2 miliardi e mezzo di tonnellate di rifiuti. Il 34% da costruzioni, il 30% da estrazioni di metalli, il 10% da attività produttive, l’8% dalle famiglie e 1% dall’agricoltura (17% da attività varie).

La proposta di legge limita, inoltre, la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035. Nel 2014 Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica; mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani. L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica quasi 27 milioni di tonnellate di rifiuti, poco oltre il 27% dei rifiuti prodotti (123 chili a testa). Sono quasi 500 i chili di rifiuti pro capite prodotti nel nostro Paese, di cui, oltre a quelli inviati in discarica, oltre il 50% viene riciclato e compostato e il 22% incenerito.

Economia circolare vuol dire innanzitutto riduzione dei rifiuti, ma anche riutilizzare, riparare e riciclare materiali e prodotti già esistenti. Il passaggio verso un’economia circolare significa ridurre le pressioni e gli impatti sull’ambiente e al contempo aumentare competitività, innovazione e crescita, con la creazione di nuovi posti di lavoro. In questo modo si allunga il ciclo di vita dei prodotti attraverso la reintroduzione nel ciclo produttivo dei materiali stessi. I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare basato sullo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Grazie alle nuove misure su prevenzione dei rifiuti, ecodesign e riutilizzo dei materiali, le imprese europee otterrebbero un risparmio netto di 600 miliardi, pari all’8% del loro fatturato annuo e, al contempo, contribuerebbero a ridurre le emissioni annue di gas serra del 2/4%.

“Confrontando i nuovi requisiti, obblighi e obiettivi – ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – ci accorgiamo di come per alcuni aspetti (riciclo dei imballaggi e requisiti minimi dei sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore) possiamo considerarci un Paese molto avanzato al quale rimane poco o nulla da fare per allinearsi alle nuove disposizioni. In altri casi, invece, la strada da fare è ancora molta. Basti pensare ai nuovi obiettivi di riciclo o di conferimento in discarica. C’è bisogno, in questi casi, di imprimere un’accelerazione al sistema per aumentare le quote di recupero e riciclo, così da ridurre lo smaltimento in discarica”.

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno, inoltre, ridurre gli sprechi alimentari entro il 2025 e del 50% nel 2030. Dovranno inoltre incentivare la raccolta dei prodotti invenduti e la loro distribuzione in condizioni di sicurezza, anche attraverso campagne di sensibilizzazione dei consumatori.

Il testo del provvedimento dovrà tornare al Consiglio per un’approvazione formale, prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.



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