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Così finalmente la politica italiana prende posizione, e si divide, sulla Siria

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In ritardo, ma sembra proprio che le forze politiche stiano cominciando ad avere reazioni sul conflitto in Siria e tutte le implicazioni che ne conseguono a livello internazionale.

Proprio ieri il fondatore di Formiche, Paolo Messa, ha voluto lanciare un appello ai vertici di Camera e Senato, ai partiti e alla commissione speciale, per mettere in calendario un dibattito sulla posizione italiana del governo. E l’invito è stato raccolto. Il dibattito è aperto e molto acceso. Tanto che oggi pomeriggio ha destato non poche critiche il fatto che dopo l’elezione dei senatori segretari, a Palazzo Madama i capigruppo siano intervenuti per commentare i fatti in Siria in aula dove non c’erano componenti del governo ad ascoltare. È vero, come riferisce l’Ansa, che erano interventi di fine seduta, ma il tema era proprio la richiesta al governo Gentiloni di riferire sul conflitto in Parlamento.

Capifila al Senato di questa richiesta sono stati Danilo Toninelli del M5s e Andrea Marcucci del Pd.

“La principale vittima di tutto questo caos, purtroppo, è stato ed è ancora oggi il popolo siriano. In queste ore stiamo registrando un escalation di tensioni che ci preoccupa. Prima l’attacco chimico di Douma, una strage terribile, che segue ulteriori attacchi chimici nel Paese. E anche in questo caso lo scambio di accuse tra le parti in causa è stato immediato. Poche ore dopo, poi, il botta e risposta a colpi di tweet, con il presidente americano, Donald Trump, che ha minacciato una risposta dura in Siria attraverso missili belli, nuovi ed intelligenti e la Russia che si è detta pronta ad abbatterli tutti. I toni suscitano enormi preoccupazioni”. Queste le parole del capogruppo del M5S al Senato Toninelli.”Sembra che lo scenario stia cambiando velocemente e l’ipotesi di un intervento nel Paese appare, purtroppo, sempre più concreta. Alla luce di tutto ciò, in questa fase assai delicata e complessa, riteniamo che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, debba quanto prima informare tutte le forze politiche sugli sviluppi in corso. Soprattutto in virtù dell’esito elettorale del voto del 4 marzo e della nuova composizione parlamentare in essere”, ha concluso.
Invece Marcucci chiaramente tira in ballo il governo: “Bisogna fermare il massacro in atto in Siria. Le stragi di civili, l’uso di bombe chimiche, la spietatezza delle forze in campo allarmano tutto il mondo. Chiediamo al governo italiano di venire al più presto nell’Aula del Senato a riferire sullo stato della situazione in Siria”.

“Il Senato ha la necessità di una discussione più approfondita di come il governo in carica intende muoversi nello scenario della Siria. Bisogna fermare l’escalation sia nello scenario Mediorientale sia nel
fronteggiamento tra Usa e Russia”. Le parole al Senato della presidente del gruppo Misto ed esponente di LeU Loredana De Petris.

Di certo finora l’unico che veramente ha preso una posizione chiara è stato il leader della Lega Matteo Salvini, che possiamo dire sposa la posizione di Putin sul tema rovente Siria, sostenendo: “Notizie false per sganciare altre bombe? Basta guerre, grazie”.
Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, in merito a questo ha detto: “L’Italia ha sempre denunciato le atrocità del regime siriano confermate purtroppo anche dall’utilizzo di armi chimiche. La situazione siriana è sempre più drammatica. I nostri governi non sono mai intervenuti direttamente in Siria ma hanno sempre lavorato nel quadro di solidarietà con gli alleati atlantici e sostenendo con forza l’impegno per i negoziati guidati dall’inviato Onu De Mistura. Salvini vuole cambiare le alleanze internazionali del nostro paese? Se è così, lo dica chiaramente”.

“Salvini scende in campo nella questione siriana e si schiera con Putin ed Assad. E Di Maio che dice? Conchi sta? Siamo al primo banco di prova per questi due grandi statisti, vediamo cosa riusciranno a dire e soprattutto a fare. Gli italiani sappiano che se davvero ci dovesse essere una escalation, sarebbero loro due a dover gestire la situazione. Personalmente, ho l’enorme timore che nessuno di loro saprà prendere la decisione adeguata”. Lo scrive in una nota il deputato del Pd Gianfranco Librandi.

L’unico del M5s che ha preso parola sul conflitto è, come detto, Toninelli. Ma Lia Quartapelle, sempre Pd, sentita ieri su questo incandescente tema da Formiche.net oggi anche risponde duramente alla posizione del leader della Lega. “Salvini quando chiede a Gentiloni di evitare qualsiasi ulteriore intervento in Siria? Sta forse parlando dei legami con la Russia che spingono lui e la Lega a rilanciare vergognosamente la
propaganda russa sul recente attacco chimico di Douma? L’uso di armi chimiche è un crimine contro l’umanità e i responsabili devono essere puniti. Il regime di Assad non è nuovo all’uso di queste tattiche spregiudicate”. “Preoccupano molto le posizioni di Salvini che ha ritrovato la voce davanti alle immagini di bambini che faticano a respirare solo per dire, come dice la Russia, che si tratta di un falso”. “Sarebbe davvero uno scempio se il nostro paese, che è sempre stato alleato con i paesi occidentali per punire i crimini contro l’umanità, nell’eventualità di un governo Salvini, si ritrovasse al fianco di dittatori sanguinari come Putin e Assad”.

Intanto sul fronte Camera, Fratoianni di Leu con un tweet a Roberto Fico, presidente della Camera, ha chiesto di convocare l’Aula per discutere del conflitto.

“Il centrodestra alzi la voce sull’assurda minaccia di rappresaglia rispetto al presunto utilizzo di armi chimiche in Siria e chieda al governo di dissociarsi da tali inopportune eventuali azioni”.

È la richiesta del senatore di Forza Italia, Paolo Romani. “Non è possibile immaginare che Assad nel momento in cui i ribelli jihadisti di Duma si stanno per arrendere abbia utilizzato armi chimiche che avrebbero scatenato la reazione internazionale. Oltre a essere inutile sarebbe un’idea stupida. Auspico, pertanto, che il governo si dissoci”.

“Le minacce degli Stati Uniti giungono in un momento davvero poco opportuno, e rischiano seriamente di sconvolgere ancora di più il turbolento scacchiere mediorientale. È davvero inammissibile che gli Stati Uniti minaccino azioni militari senza nemmeno attendere l’esito delle verifiche sul presunto utilizzo delle armi chimiche, senza nessuna prova concreta. Le spacconate americane, da questo punto di vista, potrebbero costare caro, per cui bisognerebbe evitarle. Per ottenere chiarimenti concreti sull’improbabile utilizzo di armi chimiche da parte della Siria, l’Ue e l’Occidente dovrebbero ripristinare sin da subito i propri rapporti con la Russia, con la quale andrebbe avviata una cooperazione continua, regolare, non soltanto sul tema delle armi chimiche”. Sono le parole dell’europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu.

Anche il senatore di FI, Lucio Malan ha detto la sua: “L’Italia deve avere un ruolo in questo momento, per evitare mosse affrettate e passi che possano portare a un peggioramento della situazione. La questione dell’attacco chimico va approfondita, ma bisogna prendere atto anche del pericolo di un conflitto armato esteso a potenze al di fuori del territorio siriano che avrebbe conseguenze sugli equilibri dell’intero Mediterraneo”.

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